Qui Milano – Revivim, formazione e cultura ebraica
“Si spanda come pioggia il mio insegnamento, stilli come rugiada il mio discorso, come pioggia leggera sul prato, come pioggia fitta sull’erba” (Devarìm 32,2)
Con questa suggestiva metafora sono stati presentati ieri sera i corsi e seminari del progetto Revivim, “pioggia” appunto, organizzato dalla Comunità Ebraica di Milano con la collaborazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, per un insegnamento su vari aspetti della vita ebraica che raggiunga tutti, ciascuno secondo le sue necessità.
Corsi che costituiscono la naturale continuazione del seminario di formazione per insegnanti della scuola primaria in materie ebraiche, giunto al suo quarto anno, ma che si rivolgono all’intera Comunità, con materie che spaziano dalla pedagogia ebraica alla storia, dal pensiero ebraico al sionismo, senza dimenticare le numerosissime proposte relative allo studio della Torà, e a vari aspetti religiosi, dal significato delle feste, a quello della Parashà settimanale.
Il progetto è stato illustrato dalla responsabile Moria Maknouz, insegnante e coordinatrice per l’ebraico-ebraismo della scuola per l’infanzia della Comunità. “Da molti anni avevo in mente di realizzare qualcosa che permettesse di approfondire diverse questioni relative all’identità ebraica e allo stesso tempo che consentisse di ottenere un attestato concreto della formazione acquisita – ha spiegato – Così è nato dapprima il seminario per morot, e ora, grazie alla collaborazione e all’incoraggiamento di tante persone che ringrazio, proseguiamo con Revivim, che è un progetto completo perché consente di occuparsi degli aspetti più diversi dell’ebraismo e non solo in chiave didattica. Speriamo di trovare sempre maggiori adesioni per i nostri corsi, in particolare tra i giovani, e di creare collaborazioni con le altre comunità ebraiche del Nord Italia”.
Sull’importanza e sul significato del concetto di studio della Torà, si è concentrato il rabbino capo di Milano rav Alfonso Arbib, docente di vari dei corsi di Revivim, con un piccolo Davar Torà che ha voluto presentare il progetto nel modo più consono al suo spirito.
“Secondo il mio punto di vista, lo studio della Torà è fondamentale per la vita della nostra Comunità – ha sottolineato rav Arbib – Ma cosa significa studiare Torà?”. A questo interrogativo si può rispondere, secondo il rav, con un Midrash. Quando arrivò il grande momento della Rivelazione sul Monte Sinai, si trova scritto che D-o scese tra il popolo per il Matan Torà, il dono della Torà. Allo stesso tempo però è narrato che Mosè salì sul Monte a riceverla. In che modo le due indicazioni si possono conciliare? Fu D-o a scendere o Mosè a salire? Il Midrash racconta che quando D-o diede al popolo ebraico la Torà, prese il cielo, lo ripiegò, e lo stese sul Monte, come una tovaglia, rendendolo tutt’uno con la terra. “Il cielo – ha spiegato rav Arbib – rappresenta il nostro intelletto, la razionalità, la terra invece sono i sentimenti, gli impulsi, l’istinto. Non sempre l’intelletto prevale sull’istinto, ma quando studiamo Torà, in quel momento, le due componenti dell’animo umano si fondono. Cielo e Terra diventano un’unica entità. Questo significa studiare Torà” ha concluso rav Arbib, con l’augurio che durante questi corsi si riesca, almeno in parte, a realizzare questo intento.
Rossella Tercatin