Qui Torino – L’iniziativa Jstone, l’accordo Matimop e CRT e le sinergie fra imprese italiane e internazionali

Presentato a Torino il primo accordo di cooperazione stipulato tra una fondazione bancaria italiana, la CRT, e Israele. Al centro dell’accordo siglato con il Matimop (Israeli Industry Center for R&D, braccio operativo del Chief Scientist israeliano) la promozione di attività bilaterali nel campo della ricerca e dello sviluppo industriale, tra soggetti italiani e israeliani, riguardante la creazione di nuovi prodotti, applicazioni o processi da vendere sul mercato globale. L’iniziativa rientra nel più ampio e ambizioso progetto “Jstone”, la management company costituita nell’ambito della Fondazione Sviluppo e crescita Crt, “il cui scopo” ci racconta Dario Peirone, amministratore delegato di JStone e presidente dell’associazione Italia-Israele, “è quello di creare una sinergia, un contatto vero fra imprese italiane, nello specifico piemontesi, e partner internazionali”. Un ponte per mettere in relazione esperienze diverse, volto in particolare a valorizzare il cosiddetto “science to business”, il contatto fra innovazione scientifica e tecnologica e il mondo industriale.
Il nome, Jstone, pietra, è sia un“omaggio agli amici israeliani”, ma soprattutto rappresenta il tentativo di fare da cerniera fra il passato e il futuro dell’industria. “Come le pietre di Gerusalemme – ci spiega Dario Peirone – fanno da raccordo fra la storia e la modernità, essendo il materiale di edifici antichi quanto delle costruzioni recenti”. Jstone nasce nel luglio del 2008 per mano di Peirone, in collaborazione con Angelo Miglietta, segretario generale di Fondazione CRT. “Abbiamo cercato di trovare per le eccellenze piemontesi dei partner validi e professionali, nei paesi, come Israele, in cui ci sia un’ottima immagine dell’Italia e una preparazione tecnica di primo livello”.
“JStone – spiega il presidente managment company, Mario Rey – cerca di colmare la carenza di interfaccia che fino ad oggi ha caratterizzato il Piemonte, incontrando le esigenze e richieste che si sollevano dal mondo istituzionale e industriale che da subito si sono dimostrati favorevoli ed entusiasti di questo progetto”.
Il primo contatto è già stato creato. Alla presentazione nella sede della Fondazione Crt sono presenti come ospiti interessati Michel Hivert, direttore generale del Matimop, e Pietro Perlo, dirigente del Centro Ricerche Fiat. Nel pomeriggio Hivert ha visitato proprio il centro ricerche della casa automobilistica torinese. Forse il primo passo per un sodalizio fra una delle aziende cardine del panorama italiano e le istituzioni israeliane.
Tornando all’accordo con Israele, Peirone sottolinea che “non è stata un’intesa con i singoli ma volutamente con l’intero sistema israeliano”. Una collaborazione ad ampio spettro dunque, in modo da avvicinare le aziende piemontesi all’efficienza e preparazione della realtà israeliana. Ma sono le idee che vengono premiate, non basta avere un’impresa, è necessario promuovere l’innovazione e la ricerca. “Noi – spiega il direttore generale Hivert – finanziamo i progetti, non le compagnie. Abbiamo speso trecento milioni di dollari lo scorso anno in settecento iniziative. La metà di questi soldi arriva dalle royalties, per cui ci autofinanziamo tramite i brevetti”. In Israele l’investimento sulle nuove tecnologie e sulle scoperte scientifiche è tale che il paese si trova, nel panorama internazionale, ai primissimi posti per le iniziative di ricerca e sviluppo. “Il livello di approfondimento e attenzione – sostiene Pietro Perlo, ricordando uno dei primi progetti condotti da Fiat con Israele – è incredibile. La professionalità è su tutti i livelli, persino gli investitori conoscono tutti i dettagli delle iniziative – e aggiunge scherzando – a volte mi trovavo con finanziatori più preparati di me su un progetto di cui il capo, però, ero io”. Poi Perlo presente un progetto che potrebbe far gola proprio per un investimento israeliano, ma non solo: una macchina coperta di pannelli fotovoltaici. “L’era del petrolio è finita” e se lo dice un’esponente della Fiat forse bisogna crederci.
Proprio la casa automobilistica torinese è un ottimo esempio della necessità di incoraggiare l’impulso all’innovazione, caposaldo della missione di Jstone e della Fondazione Crt. “Come fondazione portiamo avanti un discorso di venture philanthropy – sostiene il segretario generale Angelo Miglietta – non facciamo solo investimenti a fondo perduto ma cerchiamo di partecipare attivamente per valorizzare il territorio. Puntiamo sul futuro, sulla ricerca, l’arte, sul sociale” poi scherza “a dimostrazione che noi piemontesi non siamo dei bugia nen (che non si muovono)”.
In un periodo in cui in Italia assistiamo inermi alla ormai nota “fuga dei cervelli” e in cui sempre più giovani guardano all’estero come meta futura, un’iniziativa di questo genere è un segnale significativo. Guardare avanti, all’innovazione, alla ricerca, è la chiave; il problema è avere il coraggio di usarla per aprire la porta.

Daniel Reichel