Qui Torino – Giorgio Israel e il premio Peano

A due mesi di distanza dall’incresciosa polemica che ha scatenato, è avvenuta la consegna del premio Peano 2008 al professor Giorgio Israel (nell’immagine) e alla professoressa Ana Millàn Gasca, storici della matematica docenti in due diverse università romane. Si tratta di un riconoscimento scientifico per la pubblicazione di testi di matematica a carattere divulgativo. La giuria designata dall’Associazione Subalpina Mathesis, l’ente che bandisce il premio, ha scelto come miglior pubblicazione del 2008 “Il mondo come gioco matematico. John von Neumann, scienziato del Novecento”, Bollati Boringhieri, Torino, 2008.
Quando due mesi or sono furono resi pubblici i nomi dei vincitori, un “matematico impertinente”, come si autodefinisce in un suo libro il professor Piergiorgio Odifreddi, ha voluto restituire il suo premio conquistato nelle edizioni precedenti. Non intendeva “essere associato intellettualmente” con un collega, Israel, a suo giudizio “fondamentalista e iperconservatore”. Il gesto fortemente polemico di Odifreddi ha suscitato una lunga serie di polemiche, anche assai ruvide, e molte sono state le voci di solidarietà a Israel, oggetto, proprio in quei giorni, di minacce e gravissimi insulti antisemiti.
Al teatro Colosseo di Torino si è finalmente potuto discutere, di fronte a un numeroso pubblico, dell’opera vincitrice, senza gesti eclatanti né roboanti editoriali.
Una delle più brillanti menti matematiche del ventesimo secolo, John von Neumann è anche uno degli scienziati più controversi, da molti accostato al personaggio kubrikiano, il dottor Stranamore. Nato a Budapest nel 1903 da una famiglia di banchieri ebrei, dimostra, precocissimo, straordinarie capacità intellettuali. Arrivato all’età dell’università comincia a viaggiare per l’Europa e a raccogliere successi accademici. Fornisce importanti contributi alla teoria degli insiemi e alla meccanica quantistica. Con l’avvento del nazismo von Neumann si trasferisce negli Stati Uniti, ottiene una cattedra a Princeton. Il periodo americano è segnato da un’attività intensissima. Lavora alla “teoria dei giochi”, la scienza che analizza situazioni di conflitto e ne ricerca soluzioni competitive tramite modelli: si tratta di approcciarsi alle questioni economico-finanziarie, strategico-militari, politiche e sociali come ad una partita a scacchi: alla base di questa teoria c’è una visione panmatematica del mondo che caratterizza il pensiero di von Neumann, una fiducia nell’applicabilità della matematica alla realtà.
Ma vi sono anche dei lati oscuri – lo ammette, Israel, rispondendo a qualche domanda dal pubblico – nella vita di quest’uomo. Lavora a Los Alamos, al programma di ricerca che portò alla realizzazione della bomba atomica, e non senza un certo entusiasmo ideologico. Presto arriva ai vertici delle istituzioni politico-militari degli Stati Uniti. È un fervente sostenitore e teorico del “riarmo senza limiti”, prima nella guerra contro l’Asse Berlino-Tokyo, poi contro l’Unione Sovietica. Il cancro però lo uccide a soli 53 anni.
Von Neumann incarna tutti gli aspetti caratteristici della scienza del Novecento: le sue grandezze e le sue debolezze. I trionfi conseguiti, come le voragini aperte, hanno cambiato il volto del mondo.

Manuel Disegni