…proporzionalità

Il libro di Esodo (21, 24) con il verso “un occhio per un occhio, un dente per un dente” stabilisce in maniera inequivocabile il principio giuridico della proporzionalità fra i delitti e le pene. Molti anni dopo, in occasione della campagna militare di Gaza, l’accusa agli ebrei è stata antitetica: la mancanza di proporzionalità fra il numero delle vittime israeliane e palestinesi. Idealmente, secondo una teoria adombrata questa settimana da Sergio Luzzatto su Sole 24 Ore, Israele colpita da una pioggia di razzi provenienti da Gaza, avrebbe dovuto uccidere un numero di palestinesi identico a quello delle vittime israeliane (13) e ferire un numero di palestinesi pari a quello dei feriti israeliani, possibilmente usando armi uguali, dunque senza carri armati o aeroplani. Prendendo spunto dalla trattativa in corso per la liberazione di Gilad Shalit, Sergio Romano su Panorama disapprova invece la mancanza di proporzionalità fra un solo israeliano di fronte a mille detenuti palestinesi, inclusi molti pericolosi e sanguinari criminali. Seguendo questa logica Israele, in cambio del proprio prigioniero, dovrebbe dunque liberare un solo palestinese, possibilmente col grado di caporale. In passato, la precisa definizione della proporzionalità ha indotto infinite generazioni di antisemiti ad accusare gli ebrei di essere meschini, vendicativi e spietati. Oggi è la non proporzionalità, nell’uso della forza come nella discrezionalità umanitaria, a sollecitare reazioni di simile entità.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme