Qui Mantova – Una Hanukkiah davvero speciale
La nebbia ha accompagnato il pubblico intervenuto quasi fino all’ingresso della sinagoga nel centro di Mantova. All’accensione del secondo lume della settecentesca Hannukkiah, posta nel salone d’ingresso, a lato dell’entrata del tempio erano presenti molte persone, anche esterne alla Comunità, e un gruppo di bambine e bambini che hanno seguito attenti e gioiosi le parole del Presidente, a sua volta molto felice della loro presenza. I discorsi di Fabio Norsa non sono mai ridondanti; anche ieri la sua introduzione ha saputo catturare l’attenzione sia dei correligionari, sia degli ospiti amici della Comunità, tra i quali alcuni iscritti al corso di Cultura ebraica che Rav Adolfo Locci tiene presso l’Università virgiliana. Dopo l’accensione e la benedizione gli intervenuti hanno potuto godere di un rinfresco preparato dalle signore dell’Adei (Associazione donne ebree d’Italia), con dolci e torte salate, mentre Emanuele Colorni, vice presidente della Comunità, mostrava la cinquecentesca sinagoga a chi per la prima volta la visitava. Fabio Norsa ricordava un episodio di qualche anno fa: «La chanukkià della nostra sinagoga è stata rinvenuta nel 1991 durante alcuni lavori di sistemazione della Comunità. In quell’occasione è stato scoperto questo candelabro, probabilmente occultato durante il periodo nazista per evitare che venisse sottratto o distrutto, e una volta restaurato è stato messo nel tempio. Successivamente è stata fotografata da americani venuti per realizzare un calendario sulle più belle sinagoghe europee. Il candelabro è stato così notato dall’ambasciata israeliana in Italia che ce lo ha chiesto in prestito per poterlo accendere a Roma, sotto l’Arco di Tito, davanti al Papa e al Presidente della Repubblica». Vederla ieri tra noi, che abbiamo pregato, parlato, mangiato e bevuto, mentre i bimbi correvano nei corridoi e sui tappeti, ha restituito il frutto di un lavoro di osservanza, studio, relazioni con la città intera costante. Se qui la nebbia a volte è talmente fitta che pare impenetrabile, è altrettanto vero che con un lanternino e un passo lento, ma deciso e costante, si può arrivare ovunque. La piccola Comunità mantovana ha portato le sue luci in città: si è fatta bastare il suo ‘olio’, la sua ricca tradizione, che anche nella terra di Virgilio ha saputo superare i momenti più difficili, fino a quelli drammatici, ha unito questo ad tenace e costante presenza attiva ed oggi può aprire le sue porte alla Chinukh, una sorta di inaugurazione annuale del suo tempio, facendo festa, lode e ringraziamento per aver potuto produrre tanto olio da arrivare sin qui. Tra gli amici intervenuti, dopo aver ascoltato il racconto della sola ampolla rimasta intatta nel Santuario, non è mancato chi ha chiesto se si potesse parlare di miracolo oppure no. Si può anche fare a meno di parlare di miracoli: è certo che Mantova in queste otto sere è più luminosa, decisamente più bella vista da qua.
Angelica Bertellini