Qui Atene – La conferenza annuale dell’AEJM e qualche riflessione sull’Italia
Si è tenuta ad Atene la conferenza annuale dell’Associazione Musei Ebraici Europei, ospite quest’anno del Museo Ebraico di Grecia nella stessa Atene.
L’AEJM riunisce un gran numero di musei dislocati in tutto il territorio europeo, anche se con una prevalente presenza di istituzioni del nord e est Europa. Accanto ai più conosciuti musei ebraici di Berlino, Parigi, Amsterdam, Londra, Praga, Bruxelles, Monaco, Vienna, Budapest, solo per citare alcune tra le realtà istituzionali più importanti, sono presenti nell’associazione molti musei di media o piccola dimensione: da Dublino a Bratislava, da Oslo a Salonicco, compresa naturalmente anche la presenza italiana. Ogni anno partecipano alla conferenza in qualità di ospiti un certo numero di musei americani, canadesi, ecc. Quest’anno erano presenti tra gli altri il Museum for Jewish Heritage di New York e il Museum della Jeshiva University sempre a New York. L’agenda molto intensa dei tre giorni di conferenza si è articolata, alternando visite e tour al museo e ai siti ebraici di Atene e della comunità di Chalkis, con workshops organizzati dallo staff stesso del museo ebraico locale. I workshops partendo da esperienze di lavoro in atto presso il Museo di Atene hanno offerto l’opportunità ai partecipanti di confrontare esperienze e problematiche comuni a molti musei. Tra i temi trattati: “Museum storage and preventive conservation policies: issues and solutions for small spaces”; “Educational programs and products: choise and challenges”; “Designing exibitions on a small budget: in-house solutions “.
L’incontro di quest’anno si è articolato inoltre intorno all’argomento scelto per la presentazione di progetti da parte di alcuni musei: “Building bridges” – “Costruire ponti”.
Costruire ponti verso altre minoranze e verso la vasta, ampia, diversificata comunità umana che popola l’Europa dei nostri giorni, comunicare con culture diverse, rispettare e comprendere la diversità. Il tema del rapporto tra il museo e la comunità che lo circonda pone interrogativi ai quali i molti musei ebraici disseminati nel territorio europeo tentano di rispondere con varietà di visioni e approcci. Tra i progetti presentati, la mostra “Kosher & co. On food and Religion” del Museo Ebraico di Berlino, in corso fino alla fine di febbraio e “Typical! Clichès of Jews and Others” da poco conclusasi al Museo Ebraico di Vienna.
Ci è sembrato di percepire come comune alle diverse realtà museali ebraiche, non solo tra quelle più importanti, il senso di una grande progettualità ed elaborazione concettuale che anima il “laboratorio Europa”.
Se i musei contemporanei sono non solo ed esclusivamente depositi di beni, ma istituzioni in grado di dare un contributo attivo allo sviluppo del pensiero e di offrirsi come luoghi privilegiati per l’elaborazione e la progettazione di iniziative volte a coinvolgere la società circostante, a quali sfide e sollecitazioni sono chiamati i musei ebraici? Quali risposte possono venire dalla ricchezza del patrimonio culturale ebraico di cui i musei, come luoghi preposti in primis alla conservazione sono depositari? Ed ancora, quale il ruolo affidato all’interno nel panorama italiano ai piccoli e meno piccoli musei di comunità, spesso interni alle sinagoghe?
L’Italia ebraica, con i suoi numeri ridottissimi, riesce da anni a mobilitare risorse, energie intellettuali e creative in occasione della Giornata europea della cultura ebraica, riscuotendo molto successo e dimostrando una vitalità che si rinnova oramai da dieci anni.
Sarebbe auspicabile che altre sinergie si attivassero per favorire nuove prospettive di azione e gestione professionale dei musei delle comunità italiane. Le nostre preziose collezioni di judaica, raccolte museali quasi sempre affiancate da archivi storici e biblioteche, sono luoghi troppo spesso “muti”. In Italia, diversamente da altre sedi europee, le realtà espositive ebraiche, sono ancora oggi legate a comunità non ancora completamente “dismesse” e musealizzate (fa eccezione nell’ambito dei musei ebraici italiani connessi sempre alla locale sinagoga e comunità, la presenza del Museo Ebraico di Bologna, nato oltre 10 anni fa da un progetto dell’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, del Comune, della Provincia e della Comunità Ebraica di Bologna e gestito da una Fondazione pubblica). E’ compito delle comunità stesse operare scelte in materia di politica culturale, che favoriscano nuove prospettive alle nostre istituzioni. E’ con grande soddisfazione che ho “visitato”in questi giorni online la Biblioteca Archivio “Marco Maestro”(www.renatomaestro.org) della Comunità di Venezia, da poco in rete, il cui ricco patrimonio come è scritto nel sito “è parte integrante del percorso del Museo Ebraico di Venezia. Può e deve essere di buon auspicio per il mondo ebraico italiano vedere che sforzi ed energie intellettuali riescano “silenziosamente” a tradursi in progetti operativi in grado di comunicare e proporsi all’esterno con coraggio e competenza.
Il progetto in Italia di un Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoà nella città di Ferrara, la cui identità, mission e posizionamento sono chiariti e fruibili nel rapporto redatto dal gruppo di lavoro istituito dall’Ucei e dalla Fondazione CDEC, può forse rappresentare uno stimolo a un maggiore sforzo di comunicazione e scambio tra le tante piccole realtà espositive diffuse nel territorio?
Per tornare alla conferenza di Atene che ha visto quest’anno la partecipazione dall’Italia dei soli musei ebraici di Roma, Casale Monferrato e Bologna, essa rappresenta sempre un’occasione di conoscenza di quanto avviene in Europa. E non solo. Molto vivace ci è sembrata la presenza di giovani curatori, responsabili di musei e centri di documentazione, tra Oslo, Bratislava e la cittadina di Oshpitzin a tre chilometri dal campo, dove l’Auschwitz Jewish Center documenta la ricchezza della vita ebraica nella città, “prima di Auschwitz”.
Assolutamente “mediterranea”, calda e partecipata, l’accoglienza del locale Museo Ebraico di Grecia e della Comunità Ebraica di Atene. A chiusura della conferenza, un piccolo gruppo di partecipanti ha esteso la visita con una giornata di incontri e percorsi guidati al Museo Ebraico di Salonicco.
Nel 2010 il meeting annuale dell’AEJM si svolgerà nuovamente in Italia, ospite del Museo Ebraico di Roma. Un’ occasione che sarebbe un peccato non cogliere come opportunità di crescita e valorizzazione dei nostri musei ebraici italiani.
Anna Di Castro, Comunità Ebraica di Firenze – Sezione di Siena