Qui Milano – Il Bollettino di Dicembre tra Medioriente e Shoah
“Davvero la recente amicizia tra Israele e Turchia si è definitivamente infranta sugli scogli di una Unione Europea che, respingendo l’ingresso di Istanbul nel proprio salotto buono, l’ha così costretta a ripensare alla propria posizione all’interno dello scacchiere mediorientale? Davvero starebbe per nascere un nuovo asse Ankara-Damasco-Teheran?”. Inizia con questi interrogativi l’editoriale di Fiona Diwan sull’ultimo numero del Bollettino della Comunità Ebraica di Milano. Parole che sottolineano la grave tensione manifestatasi all’inizio dell’autunno nei rapporti tra i due governi e che fanno parlare di “amicizia perduta tra Ankara e Gerusalemme”. Gli instabili equilibri della zona e il difficile cammino per il processo di pace sono tematiche care anche a Ferruccio De Bortoli, tornato da poco a dirigere il Corriere della Sera, che racconta ai lettori cosa pensa di Israele, Medioriente, media, deontologia giornalistica e del crescente razzismo che interessa la società italiana. Il direttore annuncia poi la prossima apertura sul Corriere di una sezione di Judaica, “un’utile finestra per guardare con più attenzione al mondo e al pensiero ebraico, ma anche a quello delle scienze, delle lettere e a quanto si produce in Israele in termini di eccellenza intellettuale”. Aldo Baquis, invece, ha intervistato Rina Masliah, analista politica e conduttrice della tv israeliana Canale 2, che ripercorre alcuni dei momenti e degli avvenimenti più significativi della recente storia israeliana, dall’assassinio di Rabin per mano di un folle estremista di destra all’uscita di scena dalla vita politica di Ariel Sharon, ridotto in stato vegetativo persistente da ormai quattro anni. Ilaria Myr, che ci parla di Joel e Ethan Coen, registi e sceneggiatori statunitensi famosi soprattutto per le loro commedie irriverenti e sofisticate, come Il grande Lebowski. Il tutto mentre nelle sale italiane è da poco uscito A serious man, che alcuni critici cinematografici hanno definito “il più ebraico dei loro film”. Grande spazio viene dedicato anche ad alcune iniziative editoriali. Come quella che vede protagonista Piero Budinich, editore triestino fondatore della casa editrice Beit, nata per “far conoscere alla gente il mondo a est di Trieste, riaprire antichi canali culturali, riscoprire i tesori della mitteleuropa, la sua vivacità”. Fra i libri pubblicati, la storia di Felice Schragenheim, poetessa morta a Bergen Belsen a soli 23 anni, le cui vicende amorose nella Berlino nazista raccontano come anche in un contesto del genere “la vita poteva pulsare ed espandersi e irradiare la sua grazia leggera”. Sempre sul tema della Memoria, Il Bollettino di dicembre riporta la notizia della proposta presentata alla UE da tutti gli istituti europei che si occupano di Shoah (In Italia questo compito è svolto egregiamente dalla Fondazione CDEC) per catalogare e gestire con un metodo unico la documentazione di cui dispongono. Il giornale contiene anche il resoconto dell’ultimo Congresso Ugei, svoltosi a Milano a inizio novembre, che ha visto oltre duecento giovani ebrei italiani riunirsi per eleggere il nuovo Consiglio, chiamato a “portare avanti il lavoro eccellente fatto negli ultimi tre anni”, lavoro che è stato recentemente premiato dal comune di Milano con il riconoscimento dell’Ambrogino d’Oro.