Qui Casale – Hanukkah, il maestro Lotoro suona l’antico organo della sinagoga
Alcuni giorni fa ero ad Alessandria dove ho tenuto nei mesi di Novembre e Dicembre un ciclo di lezioni organizzato dalla Provincia di Alessandria sulla musica nei Campi di concentramento.
La vicinanza a Casale Monferrato ha suggerito alla carissima amica Claudia De Benedetti, vicepresidente dell’UCEI, che noi ci incontrassimo con il presidente della Comunità ebraica di Casale e altri amici e amiche per accendere assime la quinta luce di Hanukkah.
Non ero mai stato a Casale e la visita di quella splendida sinagoga ha riempito gli occhi e il cuore miei e del professor Giampiero Armano, che mi accompagnava nella visita.
Dopo la visita (assolutamente d’obbligo, data la eccezionalità dell’esposizione) al famoso Museo delle Luci (una invidiabile collezione di Hanukkiot d’Autore, alcune impensabili nella loro struttura), scorgo in una delle stanze del Museo uno splendido organo positivo.
Mi è talora capitato di vedere simili organi in alcune antiche chiese; alcuni di essi conservano ancora l’antica accordatura inequabile, suonare in tonalità come Mi maggiore o Si bemolle maggiore è assolutamente impossibile.
Oltretutto, i tasti di questi organi sono molto stretti (almeno per le mie grosse mani), la maggior parte di essi ha l’ottava scavezza (una serie di tasti bassi che non corrispondono all’ordine ascendente della tastiera ma alla loro successione tonale ossia Do–Fa–Re–Sol, ecc., e quasi tutti hanno la pedaliera posticcia, aggiunta successivamente.
Tutti gli organi positivi hanno però in comune la camera delle canne chiusa come in un armadio e l’insufflazione dell’aria nelle canne mediante il mantice, ormai sostituito dal motorino che ne assicura la spinta pneumatica sempre costante.
Pur essendo pianista, ho più volte eseguito e registrato pezzi organistici; la tentazione di suonare quel’organo era troppo grande. Claudia intuisce il mio desiderio e mi asseconda, dicendomi altresì che quell’organo non era mai stato suonato sin’ora; quale onore! Ho aperto la tastiera e l’armadio della camera delle canne; per una immediata associazione di idee ho pensato all’aron hakodesh che apriamo di Shabbath più o meno allo stesso modo. Il paragone non era del tutto peregrino; dall’armadio dell’aron hakodesh estraiamo il Rotolo della Torà, la voce diretta dell’Hashem così come dall’armadio dell’organo estraiamo la voce soave dell’organo, musica pura tanto quanto lo è la lettura della Legge sulle labbra del hazan. Entrambi hanno proprio questo in comune: se questi armadi rimangono chiusi, le voci dell’Hashem e dell’organo non possono uscire né noi potremmo ascoltarle.
La tastiera e i registri erano in ottime condizioni, dal Nazard al Principale ai Flauti e al Bordone.
Mi sono accorto che l’organo era dotato di pedaliera completa, segno probabile che era originale e non aggiunto a posteriori; ma aveva anche la pedaliera e le ginocchiere dell’aria come gli harmonium. Non conosco alla perfezione la meccanica di questi organi, non saprei dire se altri organi positivi abbiano la pedaliera dell’aria. Una cosa però era pacifica; occorreva il manticista, la leva del mantice era a fianco dell’organo e pare che la Sovrintendenza non avesse permesso l’apposizione del motorino. Nessun problema; ci ha pensato il professor Armano che, sacerdote cresciuto nel seminario di Alessandria e già studente di musica gregoriana a Venezia, era ben memore di funzioni religiose d’altri tempi e si è messo al mantice a dare aria all’organo.
Chi pensa all’organo o a strumenti simili lo associa quasi immediatamente alla chiesa e alle funzioni religiose cristiane. Del resto, trovare un organo in una sinagoga è raro, si può sentirlo suonare nei matrimoni ed è proibito suonarlo di Shabbath e Yom Tov. Eppure l’organo è “nostro”: è uno degli strumenti della Torà, discende dall’ugav padre degli strumenti a fiato. Infatti, anche se l’organo ha la tastiera a tasti bianchi e neri come al clavicembalo e al pianoforte, non appartiene alla loro famiglia; il clavicembalo è parente della chitarra (e perciò discende dal kinnor) mentre il pianoforte è parente degli strumenti a percussione (associabile al tof o ai davidici meziltayim).
Dal Bet-hamikdash distrutto, l’organologia ebraica è, almeno formalmente, in lutto; sopravvisse soltanto il canto levitico eppure il padre dell’accordatura di questi organi è l’ebreo Joseffo Zarlino.
Comincio a suonare; mi viene in mente l’Hatikvà…suonata all’organo, l’inno ebraico per eccellenza ha la stessa solennità dei corali di J.S.Bach.
Poi attacco con il repertorio di mia conoscenza; alcuni preludi dal Clavicembalo Ben Temperato e l’organo comincia letteralmente a cantare; la musica su tastiera di Bach è scritta per qualsiasi strumento a meccanica fissa che abbia 54 tasti (sic), come le parashoth! L’organo è accordato secondo il sistema moderno, si poteva spaziare su accordi diminuiti e minori, neanche il non piacevole rumore della leva del mantice poteva scalfire quel suono così “antico”, biblico, universale.
Il tramonto era ormai prossimo, occorreva accendere la quinta luce di Hanukkah e il “manticista”, professor Armano aveva ormai le braccia doloranti.
Lascio la stanza dell’organo con una promessa; tornerò quanto prima possibile a far “cantare“ l’organo della Comunità ebraica di Casale.
Francesco Lotoro