Rotschild Boulevard – Decorazioni natalizie kasher

Nota a pie’ di pagina: “Questo prodotto è kasher.” Fin qui nulla di strano: capita spesso, navigando su internet in cerca di golosità, di imbattersi in prodotti la cui kasherut è certificata. Specie quando si fa shopping (o, nel mio caso, si perde tempo e basta) su siti americani, che per ovvie ragioni tendono a essere più attenti alle esigenze della clientela ebraica. La cosa però sorprende un po’ se si aggiunge un’altra variabile: il prodotto in questione è una decorazione natalizia. Nello specifico, un set di decorazioni per alberi di Natale, in pregiato cioccolato svizzero al latte. L’idea di fondo, immagino, è decorarci l’albero durante le feste e poi mangiarsi il tutto. La cioccolata sembra molto invitante, il prezzo francamente improponibile (a maggior ragione per chi l’albero non lo fa).
Concluso il mio breve tour virtuale del sito appreciatedgiftbaskets.com, mi faccio un po’ di domande. Primo: chi potrebbe comprare una decorazione natalizia kasher? Non c’è nessuna regola che vieta agli ebrei di mangiare buona cioccolata nel mese di dicembre. Ma sembra difficile pensare che un ebreo attento alla kasherut possa essere disposto a pagare più di settanta dollari per dei cioccolatini “decorativi” che non appenderà mai all’albero. Se ne trovano di molto meno costosi, della stessa marca, se si rinuncia al formato “set da albero di Natale.”
Seconda domanda: mai i rabbini anti-Natale lo sanno? Infatti in queste settimane un gruppo di rabbini di Gerusalemme sta portando avanti una campagna contro l’esposizione di addobbi natalizi nei negozi e negli alberghi della capitale. Secondo loro offendono l’identità ebraica della città. Per difenderla questo gruppo, chiamato Lobby per i Valori Ebraici, minaccia di fare revocare i certificati di kasherut agli hotel e ai ristoranti decorati con babbi natale, renne, presepi e affini. Ma se i babbi natale sono fatti di cioccolato kasher?

Anna Momigliano