tassazione…
Il capitolo 47 di Bereshit, che abbiamo letto questo sabato, racconta la riforma dello stato egiziano organizzata da Yosef. Fu una rivoluzione nella storia, con la creazione di uno stato proprietario di tutta la terra. Prototipo di uno stato socialista, ne condivide anche il modello di una casta privilegiata al potere (i sacerdoti) esentata dalla confisca collettiva dei mezzi di produzione. In cambio della disponibilità della terra, tutti i lavoratori erano tenuti al pagamento di una tassa allo stato, pari al quinto del prodotto. La Torà racconta che in un certo senso i sudditi furono più che grati a Yosef (“dissero: ci hai fatto vivere”), ma chissà quali proteste ci furono per un’imposizione fiscale di quel tipo. Oggi negli stati moderni c’è chi ha proposto di festeggiare un certo giorno del mese di Luglio, che corrisponde al momento dell’anno in cui ognuno comincia a guadagnare per sé, perché fino a quel momento ha lavorato solo per pagare le tasse allo Stato, che in un modo o nell’altro sono superiori al 50 per cento. Rispetto al 20 per cento di Yosef, viene un po’ di nostalgia.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma