Torah oggi – Non distruggere

Milano butta via ogni giorno 180 quintali di pane: l’Italia butta nella spazzatura oltre 20 migliaia di tonnellate di pane. Lo stesso accade per altri prodotti deperibili. Colpa della grande distribuzione, dei consumatori che vogliono tipi di pane sempre più sofisticati e dei costi sempre più alti del pane. Lo stesso sta accadendo per la grandissima quantità di vaccini antinfluenzali rimasti inutilizzati. Siamo talmente abituati a dedicare la nostra attenzione ai “grandi problemi” della società che ci sfuggono queste “piccole” cose, che rappresentano però una parte fondamentale dell’attività umana, perché riguardano il quotidiano. Non è il modo in cui ci poniamo di fronte ai grandi problemi che fa la differenza: solo riflettendo sui nostri comportamenti e cercando di modificarli nel quotidiano, si può davvero cambiare l’uomo e la società. La Torah si occupa di questo problema: dalla proibizione di abbattere gli alberi da frutta (Deuteronomio 20: 19) i Maestri deducono che è proibito distruggere qualsiasi cosa possa essere di qualche utilità (anche un minuscolo seme di senape!). L’influenza che la più piccola e insignificante delle nostre azioni può avere su di noi è sottolineata più volte dal Sefer Hakhinnuch (il libro dell’educazione, XII secolo) che afferma che “La nostra mente viene trascinata dalle nostre azioni” e che, per quanto concerne il bal tashkhìt (non distruggere) aggiunge: ”La radice della mitzvah è di insegnarci ad amare il bene e ciò che è utile e di attaccarsi a esso, in modo che il bene si attacchi a noi e faccia sì che ci allontaniamo da ogni cosa negativa e distruttiva…”Come per dire, la rivoluzione inizia dalle piccole cose.

Rav Scialom Bahbout