un difetto…
“E disse Mosè all’Eterno…non sono un oratore…ho difficoltà nel parlare” (Esodo 4, 10). Il Maharal di Praga si domanda il perché la Torà indichi questo difetto fisico in Mosè quando i chakhamim, invece, lo rappresentano come un uomo completamente integro. L’essere umano è composto di una parte materiale (guf/corpo) e una spirituale (neshama/anima) e una delle facoltà determinate dalla commistione delle due parti integranti è la parola, espressione dell’anima attraverso il corpo. Ma Mosè non era come tutti gli uomini, era ad un livello molto vicino al Signore tanto che la Torà lo definisce “uomo di Dio” (Deuteronomio 33, 1) e il salmista di lui dice che “è fatto di poco inferiore a un essere divino” (Salmi 8, 6). Pertanto quello che può sembrare un difetto nelle persone “normali” è segno di elevazione e vicinanza al Signore per quelle “speciali”.
Adolfo Locci, rabbino capo di Padova