Dialogo e marmellata
Riprende in questi giorni, dopo l’interruzione polemica dello scorso anno, la celebrazione annuale della giornata di amicizia ebraico-cristiana che, secondo il programma stabilito anni fa da rav Laras e monsignor Paglia, dovrebbe occuparsi ogni anno della discussione di uno dei dieci comandamenti. L’argomento di oggi sarà quindi il Sabato. Ne parleremo tra l’altro a Roma questa sera alle 18 all’Università Lateranense. L’argomento è interessante insieme a tutte le contraddizioni che fa emergere. Perché il rapporto ebraico cristiano ancora oggi oscilla tra un estremo di opposizione totale da una parte, a quello di una marmellata dolciastra che confonde tutto, dall’altra. Un esempio di questo ultimo rischio è in un articolo di presentazione dell’iniziativa di oggi, su un grande quotidiano, dove è stato scritto che “la consacrazione del sabato non andrebbe esasperata, semmai dovrebbe essere vissuta nello spirito dei Vangeli”. Ora due concetti devono essere chiari, nel pieno rispetto reciproco: che chi segue lo spirito dei Vangeli non deve osservare il Sabato e chi osserva il Sabato non ha bisogno di seguire lo spirito dei Vangeli. Un esempio di quanto è difficile in questo campo comunicare, spiegare ed evitare, appunto, la marmellata.
Rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma