L’idea messianica nel pensiero ebraico
Ripercorrere la storia dell’idea messianica all’interno del pensiero ebraico, raccontandola attraverso i contributi che maestri e filosofi ebrei, hanno fornito nel corso dei secoli. È questo lo scopo del libro “ Il messianesimo ebraico” edito da Giuntina, che sarà presentato oggi alle 17 al centro Bibliografico dell’UCEI. Alla presentazione interverranno il rav Benedetto Carucci, Giacomo Marramao, Elio Matassi, Katrin Tenenbaum e Paolo Vinci.
L’approccio è cronologico, ma come racconta Ilana Bahbout, che insieme a Dario Gentili e Tamara Tagliacozzo, ha curato la pubblicazione del libro, funzionale ad un esame dell’idea messianica sotto diversi punti di vista: storico, sociologico e politico. Il libro nasce da una serie di seminari tenuti presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Roma Tre, che hanno visto il contributo di personalità ebraiche e non, attorno ad un tema così gravido di conseguenze per la storia ebraica. Scopo di questa ricerca è anche la riscoperta diretta delle fonti scritte sulla figura messianica, che parte dal Tanach e dal Talmud, fino a giungere alla codificazione Halachica. L’esame si snoda poi attraverso i secoli, dall’approccio razionalista Maimonideo, passando per la “disastrosa” avventura messianica di Shabbatai Zvi, fino a giungere al ‘900, secolo in cui la figura messianica si carica di nuovi significati all’interno delle riflessioni filosofiche di Walter Benjamin e Emanuel Levinas.
Come sottolineato da Gershom Sholem, il cui studio è spesso citato nel testo, il prezzo che la storia ebraica ha pagato all’idea messianica, intesa quale via di fuga da una realtà spesso fatta di sofferenze e costrizioni, è stato ampio, ma è innegabile il fascino che ancora oggi questa idea è in grado di trasmettere.
Daniele Ascarelli