Un Giorno non basta
C’è un elemento, nei discorsi tenuti dai leader ebraici italiani alla sinagoga di Roma questo 17 gennaio, accogliendo la visita di Benedetto XVI, che apre una prospettiva nuova. C’è una domanda che annuncia un senso di concretezza, il desiderio di una crescita. L’ha colta il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni quando, rivolgendosi al papa, si è chiesto: “Che cosa possiamo fare assieme”? Il Rav ha fornito alcune indicazioni, ma al di là degli specifici contenuti, conta il desiderio di capire meglio i problemi, di raggiungere un maggior grado di concretezza e di efficacia. Il tema ricorre in queste settimane di fronte a avvenimenti, drammi e appuntamenti significativi. Il dolore della catastrofe di Haiti. L’avvicinarsi del Giorno della Memoria. E per fare un salto di qualità gli spunti non mancano. Le organizzazioni sanitarie ebraiche e quelle israeliane sono impegnate, con numerosi altri enti internazionali, per salvare vite e alleviare le indicibili sofferenze dei terremotati. E nasce una nuova coscienza pronta a combattere perché la Memoria della Shoah non sia cancellata, ma anzi, tutelata a perenne difesa della dignità umana. Per quanto riuscita, non basta una visita. Per quanto significativo, non basta un Giorno. Dobbiamo andare avanti. Perché insieme si fa tanto.
(Pagine Ebraiche, febbraio 2010)