Memoria – Marta Minerbi e Alessandro Ottolenghi un convegno rende loro onore
Il Giorno della Memoria si avvicina e si moltiplicano gli eventi dedicati al ricordo e alla riflessione su quegli anni bui della storia. Il comune di Mogliano Veneto non manca all’appello e assieme, fra gli altri, alla Provincia di Treviso e all’associazione Clio ’92 domani, giovedi 21 gennaio, dalle 9 alle 18 al liceo statale Giuseppe Berto, organizza un convegno dal titolo La colpa di essere nati, Marta Minerbi e Alessandro Ottolenghi, ebrei cittadini trevigiani, durante il periodo delle leggi razziali in Italia.
A dieci anni dalla sua istituzione ufficiale, il Giorno della Memoria ha ancora un significato oppure il suo contenuto si è ormai svuotato? Che efficacia possono avere oggi i racconti quando anche gli ultimi testimoni stanno scomparendo e la memoria cede definitivamente il passo alla storia? I riti e le commemorazioni pubbliche sono solo retoriche scadenze di un evento passato o sanno essere interrogazione sul presente e sulle sue contraddizioni? Come si pongono le nuove generazioni nei confronti della persecuzione e dello sterminio degli ebrei europei e quale può essere il ruolo della scuola, oltre il dovere della memoria? Sono questi alcuni dei principali interrogativi su cui si rifletterà durante l’incontro.
Prima ancora che tentare di dare risposte o fornire spunti di riflessione su tali quesiti, l’intento del convegno è quello di far conoscere e ricordare la storia di due ebrei che vissero in prima persona la persecuzione e l’annientamento oltre che fisico morale: Marta Minerbi e Alessandro Ottolenghi, due cittadini trevigiani, due persone di cultura, direttrice didattica della scuola elementare di Mogliano Veneto lei, professore di chimica e matematica presso l’Istituto tecnico Riccati di Treviso lui. Alessandro trovò la morte ad Auschwitz, Marta, fortunatamente, si salvò grazie anche alla solidarietà delle suore e di persone disposte ad aiutarla. Storie come tante in quel periodo di persecuzioni che ci aiutano a comprendere allo stesso tempo i meccanismi dell’esclusione, dell’intolleranza e della violenza razzista ma anche a riflettere sulla presenza, se pur minimale rispetto alla foga nazi-fascista, dei giusti e di quanti seppero dire di no, mettendo in pericolo la propria vita pur di aiutare le vittime ingiustificate della furia nazi-fascista.
Fare il punto sulla nostra memoria, sull’intreccio fra oblio, rimozione e ricordo, e sulla necessità dell’elaborazione di un passato che non abbiamo ancora saputo guardare in faccia fino in fondo, questo è il nodo principale del convegno.
Sono previsti, fra gli altri, gli interventi di Alberto Cavaglion, professore dell’Università di Firenze, di Luigi Urettini dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea della Marca trevigiana, di Giorgio Morlin, anche lui collaboratore dell’Istituto per la storia della Resistenza, di Daniele Ceschin, Rossella Bei, Silvia Ramelli, Claudio Berto, docenti di Rete di storie locali di Peseggia, e di Ivo Mattozzi dell’Università di Bologna. Coordineranno gli interventi don Giuseppe Paolo, del gruppo di Ricerca storica “Astori”, e Ernesto Perillo dell’associazione Clio ’92.
Valerio Mieli