…memoria

Ricordate le pagine iniziali di La tregua, in cui Primo Levi descrive la liberazione di Auschwitz il 27 gennaio di sessantacinque anni fa? Ricordate quei soldatini dell’Armata Rossa a cavallo che entrano nel campo, attoniti, condividendo il senso di vergogna e di ritegno dei prigionieri, il loro imbarazzo? Ebbene, mi sono domandata che cosa ne è stato di quei soldati, allora giovanissimi, dal viso puerile sotto i caschi di pelo. Come hanno vissuto? Ed è stato loro consentito di vivere, o sono stati anche loro mandati nel gulag, come i soldati dell’Armata Rossa che erano stati prigionieri dei campi, i sopravvissuti, considerati sospetti perché venuti in contatto col nemico? E loro, imbattutisi quasi per caso nell’inferno sulla terra, cosa ne è stato di loro? Sono stati considerati testimoni troppo ingombranti? Ci si è semplicemente dimenticati di loro? La loro memoria è rimasta affidata a quella pagina straordinaria di Primo Levi, nessun altro li ha mai menzionati.

Anna Foa, storica