Memoria – Venezia, immagini di vita ebraica

Inaugurata ieri in Ghetto la mostra Fotografia e Memoria nella sede di Ikona photo gallery. Presenti all’evento il presidente della Comunità Ebraica di Venezia Vittorio Levis e gli altri membri del consiglio.
La mostra fotografica presenta le immagini raccolte negli anni e conservate nella Biblioteca Archivio Renato Maestro della Comunità Ebraica di Venezia, le foto scattate da Michele Levis e le immagini provenienti dal Cdec, il centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano.
L’Ikona photo gallery, fondata nel 1979 dall’attuale curatrice Živa Kraus, ha sempre contribuito alle iniziative legate al Giorno della Memoria con mostre quali Auschwitz e Sinagoghe di Caroline Rose, No More di Federica Marangoni, Nous ne sommes pas les derniers di Zoran Music, Mannequin Factory di Erich Hartmann, 12 Flowers di Ron Agam e Still Lives. Ritratti di Oswiecim di Simone Mangos.
L’esposizione Fotografia e memoria presenta una raccolta di immagini, tracce di vita degli ebrei italiani e veneziani, le fotografie andranno a comporre un catalogo sostanziato dai testi di Shaul Bassi, Paola Mortara e Gadi Luzzatto Voghera.
Un’iniziativa a cui ha partecipato il Cdec e che prende spunto da un concorso fotografico svoltosi in occasione della giornata europea della cultura ebraica. Il concorso ha avuto un valore promozionale nell’ambito di un progetto di più ampio respiro relativo all’attività di raccolta delle testimonianze fotografiche sulla vita ebraica in Italia. L’obiettivo del centro di documentazione ebraica è di incrementare ulteriormente il fondo già esistente di oltre 20.000 foto, grazie all’aiuto degli iscritti alle varie comunità sul territorio italiano che di sicuro conservano privatamente testimonianze di vita familiare o comunitaria.
In questo senso in serata si è svolto in Sala Montefiore un incontro con la dottoressa Paola Mortara, responsabile dell’Archivio fotografico del Cdec e con l’ingegnere Giorgio Sacerdote, responsabile informatico.
La dottoressa Mortara ha sottolineato l’importanza di raccogliere tutta la documentazione relativa alle fonti, archiviandole e catalogandole secondo standard che possano essere riconosciuti a livello internazionale e che permettano agli studiosi di effettuare ricerche nel modo più semplice possibile. Il lavoro dell’archivio fotografico è un lavoro di ricerca e puntualizzazione di quegli elementi che danno un contenuto storico, ma anche un lavoro che prende in considerazione l’aspetto creativo, è infatti importante lasciare alla fotografia uno spazio di vita propria, una libertà di interpretazione.
Si parla di un patrimonio di informazioni, di notizie e relazioni che rischia di andare perso o completamente obliato in cassetti chiusi. Il Cdec oltre a occuparsi della digitalizzazione delle fotografie che rischiano di deteriorarsi, si occupa anche di ricostruire gli alberi genealogici, di raccogliere informazioni in modo da poter effettuare anche dei paralleli con altre fotografie e delle verifiche sulle fonti non attendibili.

Michael Calimani