Berlusconi alla Knesset: ‘Israele, grazie di esistere’
“Il popolo ebraico è come un fratello maggiore” ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi rivolgendosi ai deputati della Knesset, il parlamento israeliano e riprendendo le parole pronunciale da Giovanni Paolo II nella storica visita alla sinagoga di Roma nell’aprile del 1986.
Un lungo discorso preparato con cura, limato fino all’ultimo dal Premier e dai suoi più stretti collaboratori e molto atteso dai media israeliani, che è stato applaudito dai deputati della Knesset e dal presidente Shimon Peres, dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, e dalla leader dell’opposizione Tzipi Livni.
L’intervento alla Knesset è il segno della grande attenzione che Israele ha dedicato a questo vertice bilaterale che si è svolto a Gerusalemme: un onore concesso finora solo a pochi leader, come George Bush, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy.
Berlusconi è stato accolto dal picchetto d’onore schierato sotto gli arazzi di Marc Chagall che adornano la sala, il suo intervento è avvenuto subito dopo quello del collega israeliano Benyamin Natanyahu, che ha raccontato un singolare episodio.
Durante la seconda guerra mondiale, in un treno, ha detto Netanyahu, “un poliziotto tedesco ha fermato una ragazza ebrea. Una signora italiana che era incinta di otto mesi si è messa fra il poliziotto tedesco e la ragazza ebrea. Ha fermato il poliziotto tedesco gli ha detto di guardare i visi delle persone che erano sul treno e gli ha detto ‘ti prometto che non ti lasceranno uscire qui in vita’” “Con questa esternazione decisa – ha detto ancora il premier israeliano – ha salvato questa ragazza ebrea ed ha acceso forse per un solo attimo una luce nelle tenebre che coprivano l’Europa. Questa signora coraggiosa si chiamava Rosa e uno dei suoi figli si chiama Silvio Berlusconi”.
“Purtroppo nel 1938, lo voglio ricordare, l’Italia si macchiò dell’infamia delle leggi razziali, che contraddissero secoli di civiltà composta e di rispetto umanistico della persona, della sua dignità. – ha detto Berlusconi nella parte iniziale del suo discorso – Ma poi trovò la forza di riscattarsi attraverso la lotta di liberazione dal nazi-fascismo”, ha spiegato il premier, sottolineando che quella lotta “trovò anche il coraggio di molti eroi civili, tra cui Giorgio Perlasca, che agì da giusto fra le nazioni mettendo in salvo numerosissimi ebrei”. E nel recente incontro tra “Papa Benedetto XVI e la comunità ebraica di Roma, il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, ha ricordato il convento di Santa Marta a Firenze, dove le suore cattoliche accolsero e salvarono decine di ebrei dalla persecuzione nazista”.
Il Premier è poi passato a parlare della sfida del terrorismo, rivolta non solo agli Stati Uniti e a Israele ma a tutti i Paesi democratici dell’Occidente ed agli stessi Paesi arabi moderati, una sfida raccolta dallo Stato italiano “Con i nostri soldati e le nostre missioni di pace, – ha sottolineato Berlusconi – abbiamo contribuito a rendere il mondo più sicuro e più giusto, pagando un alto tributo di vite umane”.
E affrontando il difficile tema della sicurezza dello Stato di Israele Berlusconi ha dichiarato “Oggi, la sicurezza di Israele nei suoi confini e il suo diritto di esistere come Stato ebraico sono per noi una scelta etica e un imperativo morale contro ogni ritorno dell’antisemitismo e del negazionismo e contro la perdita di memoria dell’Occidente. La nostra amicizia per Israele è franca, aperta e reciproca, non è solo vicinanza verbale, non è solo diplomazia, è un moto dell’anima e viene dal cuore”.
L’ azione italiana in Medio Oriente “è stata sempre indirizzata verso la soluzione che prevede due Stati, quello ebraico di Israele e quello palestinese, che vivano in pace e in sicurezza l’uno accanto all’altro”. Ha proseguito Berlusconi “Oggi questa soluzione, due Stati, due popoli, appare condivisa, oltre che da voi e dalla leadership palestinese, anche dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti e dai più importanti partner del mondo arabo. E devo dare atto al primo ministro Netanyahu del coraggio con cui ha deciso di seguire, spiegandone le ragioni al suo popolo, tale strada”.
Il vostro Stato è davvero il simbolo della possibilità di essere liberi e di far vivere la democrazia anche al di fuori dei confini dell’Occidente, ed è proprio per questo che risulta una presenza intollerabile per i fanatici di tutto il mondo. Per queste ragioni – ha concluso Berlusconi – i liberali di ogni parte del globo vedono nel vostro Paese il simbolo positivo, doloroso e orgoglioso di una grande storia che parla di amore, di libertà, di giustizia, di ribellione al male. E noi, liberali di tutto il mondo, vi ringraziamo per il fatto stesso di esistere”.