giudizio…

“Dall’indomani Moshè sedette a giudicare il popolo, ed il popolo stette davanti a Moshè dal mattino alla sera” (Esodo 18, 13). Rashì e Ramban intendono per “domani” il giorno successivo allo Yom Kippur, che secondo la tradizione è il giorno in cui Moshè tornò, dopo essere stato per altri quaranta giorni al cospetto di Dio, con le nuove “Tavole del Patto” testimonianti anche il perdono che il Signore concesse a Israele dopo la colpa del vitello d’oro.
Kippur è il giorno in cui si raggiunge un momento alto di spiritualità in cui le persone sono disposte a venirsi incontro. Dunque, Moshè inizia la sua amministrazione della giustizia il giorno dopo che Dio ha manifestato la Sua. Joseph B. Soloveitchik, insegna che il legame tra questi due giorni è un’eredità storica che consiste nel fatto che ogni giudizio che verrà emesso da questo “domani” in poi, dovrà rispecchiare i medesimi contenuti del primo giudizio di Moshè, vale a dire mantenere sempre un legame con lo spirito del Yom Kippur.

Adolfo Locci, rabbino capo di Padova