Israele – Accordi e progetti dalla visita di Berlusconi

Il forte coinvolgimento dell’intero esecutivo e in particolare di otto ministri ha contrassegnato la missione del premier Silvio Berlusconi in Israele. Al di là del lavoro diplomatico e degli interventi ufficiali, la missione italiana ha portato alla firma di nove accordi bilaterali di cooperazione nel campo dell’economia, dell’ambiente e della cultura. Mentre alla Knesset l’accoglienza per il discorso di Berlusconi è stata calda da parte di tutti gli schieramenti politici, come si è potuto constatare dalle parole del primo ministro Benyamin Netanyahu e dal leader dell’opposizione Tzipi Livni, la firma dei numerosi protocolli di intesa potrebbe imprimere un ulteriore sviluppo alla relazione fra ai due paesi.
Fra i primi elementi che è possibile raccogliere, da citare la possibilità di attuare il cumulo dei contributi previdenziali fra Italia e Israele per tutti coloro che nella loro vita abbia affrontato l’emigrazione verso lo Stato ebraico, la partecipazione italiana alla realizzazione di importanti infrastrutture e in particolare alla nuova linea ferroviaria dal Mar Rosso al Mediterraneo per scavalcare la strettoia del Canale di Suez, la realizzazione di un collegamento veloce per le merci dal porto di Haifa alla Giordania, l’impegno per rafforzare la presenza della cultura e dell’informazione italiana in Israele e di rafforzare il giornale degli italiani in Israele “Kol HaItalkim”.
Da molti accordi è emerso chiaramente l’orientamento di tentare di muovere il processo di pace nella regione anche sulla base di incentivi e nuove iniziative economiche.
“In questi giorni – ha commentato la parlamentare Pdl Fiamma Nirenstein che è anche vicepresidente della Commissione Esteri della Camera – ho la bella sensazione che il lavoro di accumulare un chicco di sabbia sopra l’altro, un cucchiaino d’acqua del mare insieme all’altro, alla fine sia un lavoro con un significato. In questi giorni, quali che siano le opinioni politiche sul freezing o quelle sul Golan, la mia sensazione è che esista un mondo che ha di Israele una visione realistica, non vista attraverso la lente deformante dell’odio arabo e palestinese che ne fa una grottesca caricatura di uno stato razzista, indegno di vivere, ma un meraviglioso simbolo dell’irrinunciabile amore della cultura ebraica per la democrazia e di resistenza di fronte al costante pericolo di vita. Berlusconi lunedì ha visitato Yad Vashem con concentrazione e passione intense, incitando la guida (molto brava) a continuare con le sue spiegazioni, fermandosi davanti a ogni fotografia. La cena con Bibi Netanyahu – ha aggiunto la Nirenstein – non ha trattato di banalità diplomatiche, ma sempre e soprattutto di Iran, di terrorismo, di collaborazione economica, di cose vere. Così è stato nel suo discorso alla Knesset”.
Clima di cordialità e collaborazione anche in un fuori programma svoltosi in serata nelle sale dell’hotel King David di Gerusalemme. Dopo un intervento di saluto del Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, Berlusconi e il suo staff hanno avuto modo di confrontarsi con le organizzazioni degli italiani in Israele.
Erano presenti, fra gli altri, il presidente del Comites avvocato Beniamino Lazar , il presidente della Comunità italiana Vito Anav, il giudice Ben Zimra presidente all`Associazione degli ebrei italiani a Gerusalemme, Miriam Toaff Della Pergola direttrice di “Kol HaItalikim”.
Momenti di cordialità al margine di una pressante agenda ufficiale che ha aperto molte prospettive, suscitato diverse attese e la conseguente necessità di verificare nei fatti quanta concretezza il governo italiano sarà capace di imprimere nei prossimi mesi alle dichiarazioni di principio.