Qui Milano – Hofmann: “Tutta l’emozione di vivere un momento storico”

Un incontro quanto mai atteso. Non solo per l’ovvia importanza ma anche per le fasi che lo hanno preceduto, tensioni e apprensioni che tutti noi abbiamo vissuto prima dell’incontro fra la Comunità romana e Papa Benedetto XVI . Un evento la cui solennità e portata erano evidenti. E invece lì, al momento, dentro al Tempio, tutto è stato diverso: il clima di intensa concentrazione, l’empatia partecipativa sentita da tutti durante ogni passaggio, hanno contribuito al formarsi di un atmosfera calorosa e piena di rispetto reciproco. L’emozione di vivere un momento storico era palpabile e grande è stata la compostezza e la misura dei rappresentanti della Comunità di Roma, sia nell’accoglienza del Papa che nei discorsi, che non hanno tralasciato nessun problema sul tappeto (impeccabile l’organizzazione). Si percepiva nell’aria la speranza che questo incontro potesse aggiungere qualcosa, non importa quanto, alla comprensione da parte della Chiesa di ciò che è l’immensità del patrimonio dell’Ebraismo in termini etici e spirituali, non solo in fatto di sofferenze. Commovente è stato intercettare gli sguardi dei sopravvissuti, soprattutto in alcuni passaggi dell’intervento di Riccardo Pacifici. E poi lo sguardo di Benedetto XVI , il suo discorso pronunciato in tono accademico ma partecipato e profondo, intercettando più volte lo sguardo del Rabbino Capo rav Riccardo Di Segni o rivolto al pubblico. Probabilmente questo incontro non segnerà un passo significativo nel superamento delle questioni sul ruolo storico di Pio XII durante la guerra e non ha la portata storica e simbolica dell’incontro che fu tra rav Elio Toaff e Giovanni Paolo II (il primo dopo duemila anni di sofferenze e di pregiudizio anti ebraico). Ma ho avvertito la sensazione netta di uno sforzo: il tentativo di cercare con serietà e profondità le comuni radici religiose, storiche ed etiche, sia pur nella diversità, ma con pari dignità. Cosa accadrà a partire dall’indomani di questo incontro e come cambierà il rapporto fra la Chiesa e l’ebraismo?. Troppo presto per dirlo. Sarà responsabilità dei protagonisti disegnare una nuova mappa dei rapporti tra le due fedi. Il percorso di intesa va avanti. La presenza dei musulmani al Tempio non ha fatto che sottolinerare lo spirito che si è voluto dare all’incontro e alla necessità di un rapporto proficuo fra le grandi religioni monoteiste.

Riccardo Hofmann, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
(Bollettino della Comunità ebraica di Milano, Febbraio 2010)