…inchiesta
Il governo di Israele ha presentato all’ONU le sua versione dei fatti sulla campagna di Gaza, versione che sarebbe stato opportuno pubblicare prima e non dopo il molto unilaterale rapporto Goldstone. Una prima inchiesta interna israeliana ha infatti autonomamente accertato responsabilità e corretto errori. Israele ha offerto all’ONU un indennizzo di 10 milioni di dollari per danni causati ai suoi impianti, e Zahal ha punito due ufficiali – un generale di brigata e un colonnello – per l’uso di proiettili al fosforo in zone troppo vicine a località abitate. Durante la sua visita a Ramallah, il Premier italiano Berlusconi ha definito quella israeliana una «giusta reazione» al lancio dei missili da parte di Hamas. Nel riportare la notizia il 4 febbraio l’inviato di Repubblica in Israele, Alberto Stabile, criticava «i bombardamenti inflitti per tre settimane incessanti anche e soprattutto alla popolazione civile di Gaza, con un bilancio finale di circa 1400 morti in gran parte donne e bambini». Un anno fa, subito dopo gli scontri, l’Organizzazione Palestinese per i Diritti Umani aveva denunciato 1285 vittime, fra cui 893 uomini adulti, 111 donne, e 281 bambini al di sotto dei 18 anni (inclusi gli adolescenti in grado di portare armi). La morte dei civili è e sarà sempre tragica e deplorevole. Ma dire che i morti erano in gran parte donne e bambini è falso, e Alberto Stabile dovrebbe riconoscerlo. Altrimenti si innesca un ciclo perverso in cui la notizia, recepita in modo distorto, crea l’opinione del giornalista e poi, senza soluzione di continuità, è l’opinione del giornalista a creare la notizia. E la notizia crea sempre opinione.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme