Vita ebraica, studio, dibattiti e relax all’incontro invernale fra le diverse identità
Come trascorrere giorni di sci e cime innevate nella più calda atmosfera ebraica? La risposta anche quest’anno è stata data dalla vacanza organizzata dal Dipartimento Educazione e Cultura (Dec) dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a Pinzolo. Un numero record di partecipanti (almeno 150 di cui oltre un terzo bambini e ragazzi) si è ritrovato a condividere una splendida settimana sulla neve. Sotto la guida del rav Roberto Della Rocca, promotore e vera anima di questi incontri, l’esperienza è stata caratterizzata dall’intreccio felice di vari elementi.
A due passi da Madonna di Campiglio, Pinzolo è una meta privilegiata per chi ama la montagna e d’inverno offre un’ambientazione straordinaria sia ai bambini che iniziano a sciare, sia a coloro che sono già esperti di sci e snowboard – o desiderano semplicemente muoversi in uno stupendo scenario naturale.
Il clima benigno di inizio febbraio ha permesso di sfruttare appieno l’intera settimana, tra corsi ben organizzati e piacevoli sciate per i più esperti.
Si può sciare su belle piste in tanti posti, ma non è facile trovare al tempo stesso una tale concentrazione di famiglie desiderose di far vivere ai propri figli una vacanza profondamente educativa in senso ebraico. Una vacanza in grado di assicurare una cucina di qualità rigorosamente kasher, un’atmosfera coinvolgente di calore e familiarità, il prevalere di determinati valori etici e di comportamento, molte occasioni per discussioni animate, e la condivisione di tutti i riti ebraici (inclusa una Birkhat Hamazon, resa sempre allegra dalla grande partecipazione infantile).
Bellissima anche l’atmosfera che si è creata fra i ragazzi adolescenti che hanno legato immediatamente anche se non si conoscevano e che sono stati felicissimi di passare tutto il tempo in gruppo.
L’alto numero di partecipanti non ha mai fatto mancare il minian ed ogni giornata è stata scandita dalle tre Tefilloth. Situazione ancor più rara per chi fa vacanza in montagna, è stata la lettura del Sefer.
Oltre a guidare la preghiera, rav Della Rocca e rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna, hanno tenuto lezioni quotidiane di Talmud Torah sia per gli adulti che per i bambini, appuntamenti quotidiani molto seguiti e di grande stimolo, che hanno nutrito la riflessione comune e hanno costituito autentiche occasioni di approfondimento di aspetti importanti della cultura ebraica.
La settimana a Pinzolo è riuscita ad andare oltre le edizioni precedenti, nelle quali il predominio numerico di una Comunità – quella di Roma – aveva rappresentato sia un simpatico tratto caratterizzante che uno dei limiti (per la scarsa partecipazione di ebrei da altre città). Quest’anno, come notato nel suo discorso finale dal rav Della Rocca, questa vacanza è riuscita ad essere davvero un momenti di incontro fra le comunità italiane, grazie a una presenza insolitamente elevata di iscritti alla Comunità di Milano e a diverse comunità minori. Segno di questo nuovo equilibrio è stato il fatto che la Tefillah sia stata officiata da molti giovani di diversa provenienza geografica e culturale.
Due i dibattiti organizzati nel corso del soggiorno. Uno sull’educazione dei figli, introdotto dal rav Della Rocca, rav Sermoneta e David Meghnagi; e l’altro sul rapporto con Israele, introdotto da Elvis Raccah e Vito Anav. In entrambi i casi gli interventi dei relatori e gli argomenti scelti hanno acceso discussioni appassionate e divergenze di idee. Particolarmente ‘graffianti’, ma anche parecchio stimolanti, sono state le osservazioni di David Meghnagi sulla necessità che i genitori sappiano relazionarsi ai figli adolescenti senza soffocare le loro istanze di ribellione, spesso inevitabili a quell’età, e indispensabili a rendere possibile quel processo di individuazione e identificazione che, nella prospettiva psicanalitica, è la condizione per lo sviluppo di personalità libere, creative e realmente mature.
L’arrivo dello Shabbat è stato il coronamento di una settimana allegra e animata, e tutte le famiglie hanno avuto modo di condividere la sua speciale atmosfera. Una nota particolare è stata data dal fantastico mezè offerto subito dopo il kiddush di sabato mattina da un team diretto da Franca Anav, che ha trascorso molte ore durante la settimana per cercare i prodotti migliori nei negozi locali. Lo Shabbat ha poi avuto una sua estensione naturale nella divertentissima recita che i bambini hanno fatto sul tema della Meghillat Esther.
Nell’insieme, la settimana invernale a Pinzolo ha avuto l’effetto di rinsaldare e alimentare i legami di amicizia tra tutti i partecipanti che, oltre a darsi appuntamento per il prossimo incontro previsto a Milano Marittima, si sono ripromessi di organizzare vacanze ulteriori coi propri figli in Israele o altrove sempre sulla base dell’idea di condividere percorsi ed esperienze di vita ebraica, improntate ad una analoga dimensione educativa. Da parte loro, i ragazzi hanno creato con la guida del bravissimo madrich Alan Naccache un gruppo molto coeso, e si sono poi separati scambiandosi tutti i dati al fine di restare in contatto e rivedersi al più presto.
Qual è stato il punto negativo del soggiorno invernale in Trentino? Nessun limite umano, ma solo un piccolo virus che ha girato fra i partecipanti costringendo alcuni a mettersi a letto con febbre per un giorno. Un fastidio secondario, difficilmente evitabile nella vita comunitaria, che non è riuscito comunque a rompere la serenità di una vacanza magnificamente organizzata.
Joseph Sasson