Reality Medio Oriente

Di solito, gli agenti segreti rimangono segreti – ma se sono israeliani, diventano pubblici. E così, li hanno filmati con le mani nella marmellata mentre eliminavano un funzionario di Hamas, il diciamo così partito che nelle sue canzoni promette di bere sangue ebraico dai teschi di noialtri. Gli agenti pubblici di Israele si sono fatti riprendere dalle telecamere a circuito chiuso di un albergo come se si trattasse di una serie televisiva, anzi di un reality che poi è quello degli alberghi di mezzo mondo, dove non c’è niente di segreto, e tutto è pubblico, e ci domandiamo se gli agenti del Mossad non abbiano fatto apposta a farsi filmare, per mettere diciamo così la loro leggendaria firma d’autore. I volti sono stati trasmessi in tutto il mondo come quelli di criminali, di ricercati, di omicidi, di mostri psicopatici, di una banda di vampiri, di un gruppo di evasi da un manicomio criminale, di balordi assetati di sangue arabo. A trasmettere il format in Italia con quei volti come quelli di ricercati, ci ha pensato la Rai, non sapremmo se abbia fatto così anche Mediaset, non abbiamo visto, e ancora una volta i media hanno prodotto un’immagine allucinatoria della realtà politica mediorientale. Una fiction in salsa lisergica sulla cruciale situazione in atto da sessantadue anni tra Israele e Palestina, tra Iran e Israele, Egitto e Israele, Hezbollah e Israele, Siria e Israele, Rai e Israele. Come se non fosse in atto dal 1948 una guerra di tutti contro uno, poi trasformatasi in terrorismo, con la variante accusatoria e legittimante che siccome adesso in Palestina il terrorismo governa va protetto come accade per i panda. Non è difficile preventivare cosa sarebbe messo in onda se lo Stato ebraico un giorno tremendo ma non incomprensibile provvedesse a regolare le minacce genocide di Teheran, smorzando i suoi reattori. A Israele viene implicitamente chiesto ciò che non viene chiesto a nessun altro Stato. Di farsi scannare con educazione, in silenzio.

Il Tizio della Sera