Qui Torino – Guido Fubini, 1924-2010
Grande protagonista dell’ebraismo italiano, avvocato e giurista di valore, Guido Fubini si è spento nella serata di ieri a Torino.
“In tutte le occasioni di incontro con Guido Fubini – ha dichiarato esprimendo il cordoglio degli ebrei italiani il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, sia durante le riunioni che
precedettero la fase di costruzione e di stesura dei testi dell’Intesa e dello statuto, sia nel corso dello svolgimento di procedure davanti al Collegio dei
probiviri ho sempre ammirato la sua coerenza e la perfetta sintesi fra l’uomo libero, il giurista e l’ebreo. La sua scomparsa lascia un vuoto che non sarà possibile colmare. La sua memoria sia di esempio e di benedizione”.
“Rendo omaggio – ha detto la vicepresidente Ucei Claudia De Benedetti – alla coerenza e all’attaccamento all’identità ebraica di Guido. Intellettuale impegnato e rigoroso, ha interpretato la nostra cultura in una società ed a in un clima politico particolarmente difficile e poco sensibile alle ragioni d’Israele e dell’ebraismo”.
Fubini, che era nato a Torino nell’ottobre del 1924, fu esule in Francia fra il 1938 e il 1950 e fra il 1943 e il 1945 svolse attività clandestina a Milano nelle fila del movimento Giustizia e Libertà. Fu tra coloro che, nei primi congressi Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, si batterono per il superamento dei decreti regi degli anni ’30. Si è impegnato nella promozione del dibattito, interno all’ebraismo italiano, che ha portato a stilare l’Intesa e lo Statuto. Dei tanti anni in cui fece parte del Consiglio dell’UCEI, spesso all’opposizione, si ricorda anche la battaglia che portò al congresso straordinario del 1968, in cui venne esteso alle donne il diritto di voto nelle elezioni interne degli organismi della minoranza ebraica in Italia.
“Quella di Guido – ricorda il presidente della Comunità ebraica di Torino Tullio Levi – è stata una vita spesa in nome dei valori progressisti, antifascisti, laici. Nel mondo ebraico come fuori da esso. Ha ispirato, a quelli della mia generazione il senso dell’impegno politico. Ero al suo fianco quando ha fondato il Gruppo di studi ebraici: è stata grande svolta in senso democratico, un passaggio collegato alla valorizzazione delle tradizioni dell’ebraismo attraverso idee moderne e laiche”.
Fubini fu anche direttore della rivista culturale dell’Ucei Rassegna mensile di Israel dal 1982 al 1996, e nel 1975 tra i fondatori di Hakeillah (La Comunità), il bimestrale ebraico espressione del Gruppo di studi di Torino. L’attuale direttore della rivista, David Sorani, parla della scomparsa di “un maestro, una perdita fortissima per tutti noi. All’interno del giornale e del nostro gruppo di studi ebraici lui sapeva essere una guida, un riferimento dal punto di vista della formazione civile, morale, culturale, umana. La sua lucida consapevolezza dei diritti e dei doveri, ci ha insegnato molto, anche a lottare, quando necessario. Era saggio, equilibrato, ma non esitava ad andare fino al fondo delle questioni. Ci mancheranno i suoi articoli sempre lineari e lucidi, a volte molto tecnici, ma fortemente politici, illuminati. Un illuminista che lascia un grande vuoto”.
L’avvocato Giulio Disegni, suo collega e compagno nel gruppo di studi ebraici, ricorda una “Figura centrale nell’ebraismo antifascista e di sinistra, un uomo di principi. Ha sempre condotto importanti battaglie di libertà e uguaglianza: a soli 14 anni venne espulso dal liceo classico D’Azeglio perché aveva scritto ‘abbasso Hitler’ sulla porta del bagno. Definito ‘sovversivo’ già da adolescente – racconta Disegni – dovette andare in Francia per poter continuare i suoi studi liceali. È sempre stato fieramente controcorrente, un vero socialista, un uomo di parte: per questo motivo non era sempre simpatico a tutti, nonostante fosse proverbiale il suo senso dell’umorismo.”
Come un grande socialista, un uomo caratterizzato da salde e partigiane prese di posizione, lo ricorda anche Elena Vita Finzi, sua cara amica fin dall’infanzia: “Il diritto all’uguaglianza è diritto alla diversità. Questo era il motto di Guido e il suo più grande insegnamento. Lui era sempre dalla parte dei diversi”.
Guido Fubini ha costantemente portato i suoi valori politici e civili all’interno del dibattito del mondo ebraico: l’avvocato Paola De Benedetti, sua collega anche nel consiglio della Comunità torinese, ne sottolinea la visione del mondo di stampo socialista: “credeva molto nell’attività assembleare e nel confronto libero delle idee: fu questo il suo principale apporto politico all’ebraismo italiano. Dobbiamo dir grazie alla sua caparbietà se oggi gli ebrei italiani hanno uno statuto”.
Fra innumerevoli studi e articoli, Guido Fubini ha pubblicato La condizione giuridica dell’ebraismo italiano, 1974, La Nuova Italia; L ‘Antisemitismo dei poveri, 1984, La Giuntina; L‘ultimo treno per Cuneo, 1991, Albert Meynier; Lungo viaggio attraverso il pregiudizio, 1996, Rosenberg & Sellier.
In un messaggio agli ebrei italiani rivolto in occasione, inviato per l’occasione, ha definito l’Intesa come “la conquista dell’indipendenza degli ebrei italiani e la fine del controllo dello Stato, nel rispetto della libertà di culto e delle tradizioni ebraiche”.
Manuel Disegni e Daniel Reichel