Il ruolo dei rabbini
Mordechai viene identificato varie volte nella Meghillà come colui “che siede alla porta del re”. Dal libro di Daniele (2:49) capiamo che questa espressione indicava una speciale dignità statale. Possiamo immaginare a cosa servisse mettere dei dignitari alle porte del palazzo reale: a dare lustro all’istituzione, a dare onore, secondo il grado, a chiunque fosse ammesso al palazzo e soprattutto a impedire l’accesso a persone problematiche per vari motivi . A pensarci bene, questi tre ruoli sono diventati nelle Comunità ebraiche il “profilo” di molti rabbini, soprattuto dei rabbini capi: pompa istituzionale, rappresentanza e controllo poliziesco dell’ingresso (candidati alle conversioni). Bisogna seriamente pensare a quali siano stati i meccanismi che hanno costretto e continuano a tenere i rabbini in questi ruoli e soprattutto chiedersi se non ci siano cose molto più importanti a cui dedicare le già scarse energie.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma