Torah oggi – Educazione e principio di autorità
Si è svolto in questi giorni a Bologna un seminario dal titolo “Perché mi bocci?” Sull’argomento è intervenuto su Il Giornale Giorgio Israel. Ora, dopo la distruzione del principio di autorità, sembra che la recente riforma stia cercando di portare un po’ d’ordine nella scuola e che stiano fioccando le insufficienze. Sarebbe troppo lungo fare un discorso sull’educazione dal punto di vista della tradizione ebraica, ma penso che ci siano due principi irrinunciabili: uno generale e l’altro particolare.
Il primo afferma ‘asè lechà rav uknè (oppure, vekanè) lechà chavèr (Avoth 1: 6) – procurati un maestro e acquista un compagno (oppure, che la penna ti sia compagna). Questo principio stabilisce che la trasmissione del sapere passa necessariamente attraverso lo studio, sotto la guida di un maestro: il suo insegnamento è il punto di partenza su cui costruire la futura conoscenza. Meglio se lo studio viene memorizzato con la penna, tradizionale o digitale, e approfondito condividendo studi e dubbi con un altro compagno.
Il secondo afferma chanòch lannà’ar ‘al pi darkò (Proverbi 22:6) – educa il ragazzo secondo la sua inclinazione. Questo principio comporta invece uno sforzo da parte del Maestro per capire quali siano le tendenze del giovane per aiutarlo a sviluppare quegli aspetti che sono più vicini alla sua indole e che possono meglio valorizzare le sue capacità.
Per raggiungere questo obiettivo bisogna però partire dall’educazione dei maestri e dei genitori che svolgono la prima funzione educativa.
rav Scialom Bahbout