Qui Torino – Italiani brava gente, ma non sempre

L’alba ci colse come un tradimento, edito da Mondadori, racconta la poco raccontata storia del campo di concentramento nazionale di Fossoli. Il libro di Liliana Picciotto è stato presentato alla Comunità Ebraica di Torino e Alessandra Chiappano, la studiosa che coordina l’evento, parla di “un’opera che colma una lacuna”.
È d’accordo l’autrice, storica della Shoah e responsabile di ricerca preso il Centro di documentazione ebraica di Milano: “Della storia di Fossoli non si sa abbastanza. Duemilaottocentoquarantaquattro ebrei passarono da Fossoli, senza contare i molti prigionieri politici”. È un grosso vulnus nella storia del nostro Paese. Perché, come disse Liliana Picciotto in un’intervista su queste colonne, ci costringe a rivedere il mito degli ‘italiani brava gente’.
L’incontro è organizzato dalla Comunità ebraica torinese insieme con il Museo diffuso della resistenza e l’Istituto per la storia della resistenza (Istoreto). A presentare il libro con l’autrice interviene il professor Fabio Levi, storico contemporaneista dell’Università di Torino. “Liliana Picciotto adotta uno stile asciutto – spiega Levi – si limita a riportare i fatti, i risultati di una lunga e difficile ricerca, senza aggiungervi commenti. E di commenti davvero non si sente il bisogno. Non fatica a prescinderne, l’autrice, per rendere l’atmosfera e la sensazione dell’anticamera dell’ignoto – continua il professor Levi – della deportazione, della morte”.
Il tema centrale del libro, secondo Levi, è la relazione tra gli apparati militari italiani e tedeschi: “l’incontrovertibile prova delle atroci responsabilità delle forze armate repubblichine, il loro ruolo fondamentale nella grande macchina della deportazione”.
Il 30 novembre 1943 Tamburini, il capo della polizia della Repubblica di Salò, emanò l’ordine di arresto per tutti gli ebrei italiani e la loro concentrazione a Fossoli. Di qui le forze di occupazione naziste li prelevavano. Innumerevoli convogli partirono per Auschwitz, Mathausen, Bergen-Belsen.
“Fossoli – spiega Fabio Levi – è il documento principale che certifica la collaborazione dei fascisti con i nazisti nella persecuzione antiebraica, Per questo è importante raccontarne la storia”.
Lo storico riprende così un concetto espresso dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella prefazione che ha scritto de L’alba ci colse come un tradimento. Per l’inquilino del Quirinale infatti Liliana Picciotto “ fa emergere tutte le tremende responsabilità di quelle strutture poliziesche e amministrative che, eseguendo l’ordine di arresto di tutti gli ebrei emanato dalla Repubblica di Salò, consegnarono alle forze di occupazione naziste uomini e donne di ogni età per la loro deportazione nei campi di sterminio tedeschi, dove la maggior parte di loro trovò la morte.
Soltanto la memoria degli orrori di quel tempo può impedire che essi possano mai ripetersi”.
“Non è una verità di Stato – conclude l’intervento di Levi – quella che quest’opera chiama a gran voce. Bensì uno Stato che riconosca la verità su se stesso”.

Manuel Disegni