Qui Milano – Antisemiti si nasce o si diventa? Un talk show sul tema al Teatro Franco Parenti

La teoria del complotto è sempre esistita. Per screditare un avversario. Per annientare un rivale. Per criminalizzare i nemici. Per perseguitare i diversi. Per spiegare fenomeni inquietanti. Per trovare capri espiatori. E forse semplicemente perché è più facile inventare una cospirazione che analizzare con criteri scientifici una realtà complessa e problematica.
Vittime predilette della teoria del complotto sono sempre stati gli ebrei. E nei secoli si è delineato uno stereotipo, che ancora continua a comparire, magari oggi riferito all’”entità sionista”, che garantisce l’esistenza di un potere occulto, imperialista, guerrafondaio, interessato solo al guadagno, un potere cospiratorio in grado di determinare storia e politica per i propri inconfessabili fini, detenuto da un gruppo internazionale potentissimo e segreto, ovviamente composto da ebrei. Quante volte si sente ripetere che finanza, mezzi di comunicazione, spettacolo, sono in mano a una lobby ebraica mondiale, tanto potente quanto segreta?
Di questo si è parlato ieri sera al Teatro Franco Parenti, in un originale talk-show teatralizzato voluto dall’Unoine delle Comunità Ebraiche Italiane e ideato e condotto dal giornalista Davide Parenzo.
Sul palco Giulio Giorello, filosofo della scienza, lo storico Francesco Germinario, Alessandro Aliotti, direttore del think tank Milania, e lo scrittore Errico Buonanno, che ha appena pubblicato, per i tipi di Einaudi, un gustoso libro “Sarà vero: la menzogna al potere – falsi sospetti e bufale che hanno fatto la storia”.
“Il complotto è una mistificazione che si autoalimenta” dice Buonanno. E cita la favola degli ebrei che avrebbero provocato il crollo delle Torri Gemelle per speculare in Borsa e scatenare gli americani contro i nemici di Al Quaeda. “Come giustificazione veniva addotto il fatto che nessun ebreo era presente quel giorno negli uffici delle Torri. E quando si è scoperto che qualche ebreo c’era, -certo, qualcuno è stato messo lì apposta per depistare i sospetti- è stata la pronta risposta del complottista.”
Insomma, nulla scoraggia chi immagina trame oscure e addita capri espiatori.
Che non sono stati solo gli ebrei. Massoni, gesuiti, streghe, ugonotti, cattolici quando in minoranza, soni stati additati via come untori, propagatori di magie nere, complottisti. “Il capro espiatorio è sempre il diverso, detentore di un sapere alternativo ritenuto minaccioso per l’establishment, o viceversa così derelitto da poter essere accusato senza tema di smentite” sostiene il Alessandro Aliotta.
Ma fra tutti i gruppi gli ebrei sono stati nella storia le vittime predestinate della teoria del complotto, alimentata dalla Chiesa che li ha sempre additati come il popolo deicida. Accusati di tutto e del contrario di tutto, registi occulti di pestilenze, guerre,rivoluzioni di destra e di sinistra, crisi economiche e arricchimenti, comunisti e speculatori di destra, artefici di crolli di regimi e di elezioni di presidenti…
“E’ così radicato il preconcetto verso gli ebrei che si può essere antisemiti anche senza averne mai visto uno” scherza, ma non troppo, il professor Germinario. E cita Il mercante di Venezia di Shakespeare, scritto in un periodo in cui gli ebrei erano stati espulsi dall’Inghilterra. Così il nazismo oggi è radicato anche in Paesi dove gli ebrei non ci sono più.
Ma la teoria del complotto giudaico non è retaggio dei regimi dittatoriali. Esso si propaga anche nelle società aperte e democratiche. Basti pensare alla Rete, preoccupante veicolo di mistificazioni antisemite e di un antisionismo che utilizza gli stessi stereotipi per condannare Israele, Paese imperialista, capitalista, oppressore, collegato alla lobby ebraica mondiale in grado di influenzare l’Occidente per perseguitare i nemici degli ebrei.
“Si può paragonare la mentalità complottistica alla pseudo-scienza” spiega il professor Girello. “Mi viene in mente l’alchimista che, di fronte al piombo che non ne voleva sapere di diventare oro, se la prese con il suo fornitore, sostenendo che gli aveva venduto piombo di pessima qualità! La teoria del complotto è rassicurante, non sfida i principi costituiti, elimina la complessità del reale. E’ più facile credere a un piombo “cattivo” che mettere in discussione la teoria, allora accreditata, della trasmutazione dei metalli..”
E così nella rete ogni fantasia rimbalza e trova nutrimento, ogni scemenza messa inonda da You Tube assume connotati di verità. E poiché in Rete la popolarità finisce per diventare sinonimo di verità, la teoria del complotto assume dignità di scienza. Ed ecco che i media si adeguano e fanno da grancassa, mandando in onda interviste a manipolatori dell’opinione pubblica che vengono presentati come autorevoli pensatori. Lo hanno fatto la CNN, la BBC, a ahimé anche la Rai e ieri sera se ne sono visti raggelanti spezzoni.
Questo non vuol dire che i complotti non esistano, come ha fatto notare uno spettatore. Ce ne sono sempre stati e quelli che hanno avuto successo hanno cambiato la storia, come l’assassinio di Giulio Cesare, o la Rivoluzione bolscevica.
Si può distinguere un complotto vero da uno falso? “Sì – risponde convinto Girello – ma solo sottoponendo i dati a una verifica rigorosa e scientifica. Se no si rischia di fare come quelli che sostengono che anche il Titanic affondò per una congiura semita, e portano come prova il fatto che Iceberg è un cognome ebraico”.

Viviana Kasam