radici semitiche…
Le lingue europee contengono numerosi termini apparentati con radici semitiche o più specificamente ebraiche e in ogni momento e luogo vi sono stati dei cultori appassionati che si sono dedicati a raccogliere e ordinare delle liste di queste parentele. Qualche volta la derivazione dall’ebraico è sicura (esempio: “fasullo” da pasùl), altre volte è chiaramente inventata (un esempio classico è “Calliope” da Kol-Yafè). Un’espressione che circola con insistenza nelle ultime ore è “decreto truffa”. Senza entrare nel merito morale e politico della questione, da dibattere in ben altre sedi, c’è da chiedersi quale sia l’origine della parola “truffa”. I dizionari etimologici brancolano nel buio: la mettono in rapporto con il francese truffe che significa “tartufo”, o con il germanico treffen-troffen che vuol dire “colpire, cogliere”. E se fosse invece collegata alla radice ebraica trf, letteralmente “sbranare”, da cui tarèf? L’originario senso italiano della parola truffa è “portare via in qualunque modo cosa ad altri affidata”. E’ esattamente il senso con il quale il verbo litrof viene ripetutamente usato da Rashi, nella Francia dell’XI secolo e che prima non compariva nelle fonti letterarie ebraiche.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma