parashot…
“Questi sono i computi del Tabernacolo…” (Shemot 38:21). Le parashot Vayaqel e Pequdè, nel prossimo ultimo Shabbat del mese di Adar, si leggono insieme. La prima si occupa in forma “generale” del Mishkan – Tabernacolo e degli oggetti che lo compongono (Vayaqel dal termine Qahal comunità, un insieme di persone) mentre la seconda tratta dei “particolari” minuziosi relativi alla costruzione (misure, pesi, conti di spesa; Pequdè dal termine Mifqad, computo, censimento). Sembra che le due parashot rappresentino due possibili, e diverse, visioni del mondo. C’è chi sostiene che il carattere “generale” sia preminente mentre quello “particolare” ne è al servizio e senza il quale non sussisterebbe; c’è poi chi vede il mondo attraverso una visione “particolaristica”, ritenendo quella “generalista” solo una raccolta di dettagli specifici. La Torà sembra voler dire che il mondo è fatto di peratim – particolari ognuno a se stante, ma che si “fondono” in un unico grande kelal – generale e che si deve avere un’attenzione “particolare” specialmente nei momenti di cambiamento, o di svolta, del contesto “generale”. Coloro che vivono quei momenti, devono tener presente le due visioni senza far prevalere l’una sull’altra. Come insegna una delle tredici regole attraverso le quali si interpreta la Torà: il carattere generale è necessario al particolare come quello particolare al generale.
Adolfo Locci, rabbino capo di Padova