Demoni

Tra i tanti problemi che ci affliggono non mi ero accorto che ce ne è uno che sembra preoccupare particolarmente alcuni giovani della nostra comunità. Sono appena reduce da un sorprendente incontro-lezione al liceo ebraico nel quale sono stato invitato (da insegnanti preoccupati) a spiegare agli studenti chi siano veramente gli shedim, i “demoni” di cui la Bibbia parla solo due volte e che hanno varie citazioni nella letteratura rabbinica di tutti i tempi. Beninteso, non perché conosca direttamente gli shedim (o forse li conosco ma non me ne sono reso conto). La notizia degli shedim si è sparsa e crea agitazione, molti evitano persino di nominarli e usano un prudente shin-dalet. E’ un fatto preoccupante: non la presenza degli shedim, ma la strana attenzione che viene loro rivolta con totale caduta di spirito critico, da una parte, e di corretto rapporto con la religione, dall’altra (che non vuol dire rinunciare allo spirito critico). Si parla di zampe di gallina e di farina sotto al letto e altre amenità del genere. Non posso qui riassumere una lezione di 90 minuti ma un messaggio deve essere chiaro: se non c’è un rispetto coerente degli obblighi religiosi e il rapporto con la tradizione si limita a o si esprime nel timore degli shedim, il cui nome neppure si pronuncia per paura, siamo nel campo dell’idolatria e della bestemmia, per non dire, più semplicemente, in quello dell’idiozia. Attenzione: se il computer vi si impalla dopo aver letto queste righe, potrebbero essere stati loro, gli shedim, che secondo fonti cabalistiche aggiornate si diffondono anche via web.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma