Qui Firenze – L’arte come ponte di dialogo

Firenze e Tel Aviv hanno due storie molto diverse. Una è conosciuta in tutto il mondo per i suoi plurisecolari gioielli, l’altra sorse nel bel mezzo del nulla poco più di un secolo fa. Eppure le due città hanno deciso di camminare insieme nel nome dell’arte, grazie ad un progetto di interscambio culturale fortemente voluto da Alfonso De Virgiliis, presidente della Fondazione Premio Galileo 2000, e da Rodolfo Foti, presidente dell’associazione Italia-Israele di Firenze.
Il progetto, presentato in conferenza stampa insieme a Omer Mordechai, direttore del Tel Aviv Museum of Art, si svilupperà in due fasi. La prima prevede una mostra di una sessantina di opere degli artisti israeliani Adam Berg e Yossef Krispel. I dipinti verranno esposti per cinque settimane nelle sale del Palazzo Medici Riccardi, attuale sede della Provincia (l’inaugurazione è prevista per il prossimo settembre). E non sarà certo un’esibizione modesta e priva di appeal. La garanzia della bontà dell’evento – spiega De Virgiliis – “è la grande attenzione ad ogni minimo dettaglio mostrata da Mordechai in questi giorni”. In un secondo momento, nell’estate del 2011, saranno invece alcuni artisti toscani ad avere l’onore di esporre le proprie opere a Tel Aviv. Alle domande incalzanti dei giornalisti su chi saranno i fortunati, i due rispondono: “Non facciamo ancora dei nomi perché non vogliamo illudere nessuno”.
Il Tel Aviv Museum of Art rappresenta una vetrina di primissimo piano, che al suo interno ospita numerosi quadri di artisti di fama internazionale. Tra di essi molti italiani: fiore all’occhiello della collezione sono quattro opere realizzate da Giorgio de Chirico nel suo fertilissimo periodo metafisico. E presto ci sarà anche un quadro di Caravaggio. Il dipinto, che sarebbe dovuto arrivare in Israele insieme alla delegazione che ha recentemente accompagnato Silvio Berlusconi in Terra Santa, è ancora nel nostro paese. Colpa della stiva dell’aereo, troppo piccola per ospitare un quadro di quelle dimensioni. Episodio vagamente imbarazzante, tanto che l’ambasciatore italiano si è mobilitato per sbloccare in breve tempo la situazione. Mordechai ha la battuta pronta: “Saremmo stati contenti anche se ci avessero mandato un Caravaggio più piccolo”.

Adam Smulevich