Torah oggi – Il pi greco e i significati che “dormono” nella Torà
Fabrice Bellard, un informatico francese, è arrivato a calcolare – con un software artigianale e un ordinario pc – 2,7 trilioni di decimali del Pi greco (π = 3,14…), superando di cento miliardi di cifre i risultati di un computer giapponese decisamente più costoso. Un valore che è un po’ più … approssimato del valore (π = 3) che si deduce dalla descrizione che fa la Bibbia di uno degli arredi del Tempio di Salomone (I Re 7, 23). In effetti un’analisi più accurata del testo biblico permette di trovare un valore più vicino al 3.14, a noi noto fin dai tempi della scuola.
Che interesse può avere per noi oggi questo tipo di ricerca? Non è rimasto proprio nulla da cercare, da sapere, da capire? Che senso ha una fatica che sembra inutile? Come ebrei possiamo apprezzare questa avventura individuale se confrontiamo l’inutile fatica di Fabrice Ballard con quella che per secoli hanno fatto (e fanno) i Maestri per cercare nella Torà i significati nascosti che dormono – è questo il termine usato per i valori decimali del π ancora da scoprire – nelle lettere e negli spazi bianchi della Torà.
Dormendo un po’ meno, forse riusciremo a far emergere l’or haganuz (la luce primordiale nascosta al momento della creazione) e a risvegliare gli strati più profondi del nostro ebraismo. Una sfida da vincere ogni giorno per ogni ebreo che voglia dare un significato sempre più attuale e autentico al proprio ebraismo.
rav Scialom Bahbout