Qui Roma – Raffaele Cantoni, la testimonianza di Sergio Minerbi

Difficile non rimanere affascinati dalla figura di Raffaele Cantoni, ebreo socialista dirigente del Delasem (Delegazione per l’assistenza degli emigranti ebrei) vissuto negli anni anni bui delle persecuzioni razziste e Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nel primo dopoguerra, che si batté perché la Costituzione italiana sancisse per gli ebrei un quadro chiaro di uguaglianza e di libertà religiosa e perché fosse riconosciuto loro un risarcimento per i danni subiti durante le leggi sulla razza. Di lui si parlerà in un convegno organizzato dall’Organizzazione Sanitaria Ebraica di Assistenza all’infanzia (Ose) in occasione del cinquantesimo anniversario della casa al mare ‘Lazzaro Levi’ di Caletta di Castiglioncello, per la cui celebrazione l’Ose ha ristampato il volume ‘Un ebreo tra D’Annunzio e il Sionismo: Raffaele Cantoni’ di Sergio Minerbi.
La cerimonia si svolgerà domenica 21 marzo alle ore 17 nella sala ‘Di Liegro’ di Palazzo Valentini in Roma. Dopo i saluti delle autorità e del presidente dell’Ose, Giorgio Sestieri, si susseguiranno gli interventi di vari relatori: ‘ Raffaele Cantoni un leader informale’ è il titolo dell’intervento del professor Amos Luzzatto, ex presidente Ucei , ‘Note su Raffaele Cantoni in Svizzera’ sarà il contributo della scrittrice Liliana Picciotto e ‘Due episodi decisivi’ quello del professor Ferruccio Sonnino.
Per ultimo si potrà ascoltare l’intervento dell’autore del libro, Sergio Minerbi, con contributo dal titolo ‘ Raffaele Cantoni, un ebreo anomalo’.
Minerbi, nato in Italia nel 1929, si recò in Israele a 18 anni, inviato proprio grazie all’appoggio di Cantoni, a partecipare a un congresso e vi si trasferì definitivamente entrando nel Kibbutz Arzì. Era lì quando venne votata la risoluzione Onu che sancì la creazione dello Stato ebraico. E’ stato professore universitario e ambasciatore di Israele a Bruxelles presso la Comunità europea, oggi è autore di libri di storia, collaboratore del quotidiano Ha’arez e, in Italia, del Sole 24 Ore.

Lucilla Efrati