Qui Roma – Dibattito sul futuro e riforma dello statuto, dopo le polemiche e le accuse si apre un confronto sereno

Dissensi solo politici e metodologici e nessuna messa in discussione della “condotta morale” del presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. Questo il contenuto di una nota congiunta dei rappresentanti di maggioranza e minoranza della Cer, resa nota al termine di un incontro tra le parti. “Alla presenza del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, del rabbino capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni, i rappresentanti del Consiglio della Comunità di maggioranza e di minoranza – dice la nota – hanno convenuto che le problematiche che hanno portato alle dimissioni di alcuni consiglieri, sono esclusivamente di natura politica e metodologica e verranno affrontate nelle apposite sedi istituzionali”. Inoltre viene precisato che “non è messa in discussione la condotta morale del presidente Pacifici e dei singoli consiglieri”. La nota segue alle polemiche sorte negli scorsi giorni tra maggioranza e minoranza in seguito alle dimissioni di otto consiglieri di quest’ultima – dopo altri della stessa componente nelle settimane scorse – in opposizione alla conduzione del presidente Pacifici definita “verticistica”.
Nella serata di ieri, fra l’altro, Pacifici ha partecipato assieme a molti altri leader ebraici italiani a un incontro organizzato dal Benè Berith di Roma e dedicato al dibattito sulla riforma dell’ebraismo italiano.
Fra gli ospiti, che sono stati accolti e presentati dal presidente del Benè Berith e Consigliere Ucei Sandro Di Castro, anche il presidente dell’Ucei Renzo Gattegna, il presidente della Commissione per la riforma dello statuto e Consigliere Ucei Valerio Di Porto, l’ex presidente della Comunità ebraica di Roma Leone Paserman e molti altri consiglieri degli enti ebraici italiani e delegati al Congresso Ucei.
Gattegna ha delineato il quadro generale in cui si trova la realtà ebraica italiana, sottolineando l’urgenza di elaborare strategie idonee a rispondere a una stagione contrassegnata dalla lunga stabilità che ha caratterizzato gli ultimi decenni nel mondo occidentale, ma anche dal rischio dell’assimilazione, della frammentazione e della caduta demografica.
Di Porto e Paserman hanno spiegato i motivi e i dettagli del progetto di riforma, lasciando poi spazio a un dibattito vivace e sentito che si è svolto in un clima di grande attenzione e di marcata volontà costruttiva.
Nella sala era fra l’altro presente, oltre a Pacifici, anche Roberto Coen, primo fra i consiglieri della Comunità di Roma ad aver presentato le proprie dimissioni, dando vita alle polemiche degli scorsi giorni.
Il presidente della Comunità di Roma ha svolto un lungo intervento per spiegare le esigenze e le aspettative della prima comunità italiana di fronte alla sfida della riforma, alla gestione delle risorse e alla progettazione del futuro.
Una nuova occasione di confronto che ha visto sia Pacifici che Coen, così come la vicepresidente dell’Ucei Claudia De Benedetti e molti altri intervenuti, su una linea di sostanziale sintonia e consapevolezza di quanto una riforma sia necessaria. Le prossime complesse scadenze istituzionali degli enti ebraici italiani serviranno anche a delineare tempi e modi per realizzare la riforma. Appare chiaro fin d’ora che la delicata questione degli equilibri da definire fra le realtà più grandi di Roma e Milano e le altre 19 comunità italiane minori, che risentono maggiormente della crisi demografica ma sono depositarie di una storia gloriosa e intrattengono rapporti vivi e preziosi con la società circostante, sarà al centro del dibattito.
Il confronto è proseguito fino a tarda notte in un clima molto costruttivo e ha costituito un primo segno della volontà comune, al di là delle differenze, di identificare soluzioni che rispondano effettivamente alle esigenze, sottolineate dal presidente dell’Unione Gattegna, di modernizzazione, di equilibrio e di armonia da realizzare in una realtà tanto complessa e delicata.