Gerusalemme…

Quando nel marzo 1934 venne fatta una retata di antifascisti ebrei torinesi, la stampa di regime intitolò: “L’anno prossimo a Gerusalemme, quest’anno al Tribunale Speciale”. Vi sono dei momenti in cui antiche parole, ripetute tante volte, assumono improvvisamente un senso attuale e coinvolgente. Con le parole della Haggadà questo è successo spesso. Succederà anche stanotte con quella frase su Gerusalemme che segna la fine del Seder: “Le shana habaa bYrushalaim”, a cui nel ventesimo secolo, visto che il sogno si stava realizzando, è stata aggiunta anche la parola “habenuyà” (ri)costruita. Per la (ri)costruzione di Gerusalemme preghiamo tutti i giorni nella ‘amidà nella benedizione dopo il pasto. E questa notte sarà una invocazione corale di tutto il popolo ebraico, unito nell’attualità e con la storia passata. Le difficoltà politiche non si risolvono dimenticando la storia. Con buona pace di chi regge le sorti del mondo e degli stati. Le shana habaa bYrushalaim habenuyà, Pesach sameach wekasher a tutti.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma