Cibo pesante

Sono decenni che non digerisco. Mi viene sempre in mente qualcosa di pesante che ho dovuto buttare giù in fretta e furia, e non digerisco. Ho cominciato da bambino a non digerire piccole cose. All’inizio ci fu la Fiorentina che non vinceva che di rado, ma poi le cose sono assai peggiorate e sono arrivati bocconi sempre più indigeribili. Per esempio ci fu quella volta che al liceo mi tirarono addosso le monetine perché ero ebreo e a me non me ne fregò niente, quelle erano pinzillacchere, come direbbe Totò. Il fatto è che poi dovetti digerire le scuse. Dissero che era stato uno scherzo innocente, e le scuse erano peggio dello scherzo, e l’aggettivo innocente un macigno ficcatomi in gola come se fosse stato un biscotto per il tè. Io proprio non digerisco. Per esempio, c’è quella tesi di laurea di Abu Mazen, conseguita nel 1982 nel non limpidissimo Collegio di Storia Orientale di Mosca. Vi si sosteneva l’indigeribile idea che gli ebrei enfatizzino il numero degli scomparsi nella Shoah per ottenere il consenso internazionale, e allora non si tratta di sei milioni di morti, ma di alcune centinaia di migliaia di vittime – scrisse il nostro eroe. Purtroppo nel 2003, in un’intervista a Haaretz, si corresse e la mia digestione peggiorò ancora. Disse che non intendeva più parlare del numero dei morti nella Shoah, e fu la sua ammenda. Nel giro di poche ore mi misi a non digerire la sua faccia tosta. Nelle sue parole c’era il senso sotteso che il numero dei morti non teneva conto della sensibilità dei popoli arabi, la qualcosa significa che non bisogna parlare della verità se essa a pro degli ebrei, e che è normale mentire, correggere, tacere, omettere, divagare quando si tratta di Israele, ebrei, sterminio, duemila anni di Storia. E alla fine deve essere questo che non mi fa digerire, l’essere spostati come manichini e come manichini essere vestiti un giorno in un modo e il giorno dopo in un altro. Trovarsi sempre ad essere gli ospiti di questo pianeta. Scusate, voi digerite bene?.

Il Tizio della Sera