Comix – Rony Oren e la claymotion
Nelle sue mani la plastilina prende vita. In Israele, ma non solo, generazioni di bambini sono cresciute guardando in tv i suoi Foxy la volpe e Grabbit il coniglio. Il pappagallo “sabra” è praticamente un’icona nazionale. Stiamo parlando di Rony Oren (nell’immagine a fianco), artista israeliano di fama internazionale e docente all’Accademia d’Arte Bezalel di Gerusalemme, recentemente protagonista di un tour italiano organizzato dall’ambasciata d’Israele. Da Firenze a Milano, da Torino a Bologna, Oren e le sue creazioni di plastilina hanno portato sorrisi ed allegria tra giovani e adulti.
“Questo lavoro è bellissimo” mi spiega l’artista durante la sua visita al Centro nazionale di cinematografia – Dipartimento di animazione di Chieri “guardi le persone che si divertono a tornare bambini mentre i più piccoli possono dare sfogo all’immaginazione”. Al suo pubblico, nel breve soggiorno italiano, Oren ha insegnato i fondamenti per creare dinosauri, pinguini e altri animali di plastilina: “modellare una palla, arrotolare una salsiccia e appiattire una focaccia”. Tre passaggi e il gioco è fatto. “Il segreto” racconta “è fare le cose nel modo più semplice possibile”. Ma l’impressione è che sia la sua passione, il suo entusiasmo a rendere tutto più facile.
Maestro della claymation (animazione della plastilina), Oren inizia a produrre i suoi cortometraggi nel 1975 e qualche anno dopo si mette in proprio. “Allora le cose erano evidentemente più difficili: dovevo lavorare frame by frame, con estrema cura perché non c’era modo di correggere gli errori. Poi mandavo il tutto in America, a New York, e tre mesi dopo potevo vedere il risultato dei miei sforzi”. Una giornata intera di lavoro per una decina di secondi di animazione; rimodellare e aggiustare costantemente i soggetti per creare il movimento ed evitare che si sciolgano al calore della luce; aspettare tre mesi per il prodotto finito. Senza pazienza e passione questo lavoro sarebbe impossibile, Oren, scherzando aggiunge “un po’ di follia non guasta. Secondo me” sostiene l’artista “chi fa il nostro mestiere non ha tutte le rotelle a posto”.
Regista, produttore, sceneggiatore, tecnico delle luci e del suono, Oren nei suoi cortometraggi, oltre cinquecento in trentacinque anni, è tutto questo. “E’ una sfida continua” racconta “la più grande difficoltà per chi lavora nell’animazione è saper cogliere il mondo nel suo movimento, saper riprodurre il linguaggio del corpo”.
Il successo di alcuni dei cortometraggi del pluripremiato Oren va ben oltre i confini nazionali; serial come “The Egg”, “Foxy Fables”, “Tales of a Wise King” e “Grabbit the Rabbit” sono stati trasmessi in oltre ottanta paesi e in numerosi network, come BBC, Disney Channel, PBS, e ABC. Oltre alla televisione, la pubblicità assume un ruolo importante nel panorama lavorativo dell’artista: forse meno nobile dal punto di vista creativo, ma l’abilità e l’estro dell’artista si riconoscono anche negli spot. Tuki, il pappagallo, e Dana, la gatta cantante, sono dei veri capolavori di plastilina: il volteggiare delle mani, l’arricciarsi del becco o lo sbattere di ciglia, movimenti e gesti che impressionano per la fedeltà al mondo reale.
Come se non fosse abbastanza, Rony Oren lungo la sua carriera ha illustrato oltre trenta libri, tradotti in una decina di lingue. Fra gli ultimi troviamo i “Segreti della Plastilina”, tre volumi in cui l’autore svela alcuni trucchi del mestiere. La sua “Haggadah animata” ha venduto oltre centomila copie in tutto il mondo.
L’insegnamento è un’altra delle grandi passioni di questo inesauribile artista israeliano. Per molti anni a capo del Dipartimento di animazione della prestigiosa Accademia d’Arte Bezalel, Oren riesce a creare una sintonia particolare con i suoi allievi. Basta chiedere agli studenti del corso di Animazione del Centro Sperimentale di Cinematografia di Chieri, conquistati in una sola mattinata dalla simpatia e dall’umiltà di Oren. “Questa è la mia dimensione” mi spiega il mago della plastilina “mi piace stare con i ragazzi, insegnare, trasmettere entusiasmo, creare un feeling con loro e motivarli. Inoltre con i miei viaggi ho la possibilità di presentare Israele da un altro punto di vista, non quello politico ma artistico e culturale”.
Il primo contatto con l’Italia risale ad alcuni anni fa, quando Oren visitò un altro genio dell’animazione come il toscano Francesco Misseri presso il suo studio Kappa all’interno del castello di Montalbano. “Un’esperienza indimenticabile” ricorda Rony “si respirava un’aria intensa, di creatività e immaginazione”.
Dall’ultimo soggiorno italiano, invece, sarebbe nata una collaborazione con un importante editore nostrano mentre alcune scuole, fra cui l’Accademia chierese, vogliono organizzare con Oren alcune sessioni di workshop per studenti di animazione.
Daniel Reichel