…criticare Israele
Stephen Walt, un professore di Harvard, ha pubblicato con John Mearsheimer, dell’Università di Chicago, “La lobby di Israele e la politica estera americana” (2007). Il libro accusa pesantemente Israele e i suoi sostenitori di aver svolto un ruolo sproporzionato e incontrastato nel determinare le scelte politiche degli Stati Uniti, in particolare in Medio Oriente. È stato ampiamente confutato sul piano concettuale e documentario, anche se ha trovato i suoi naturali sostenitori fra chi a priori nutre dubbi sulla legittimità dell’esistenza di Israele. Nel giustificarsi di fronte alle molte critiche, gli autori hanno dichiarato che avevano previsto di essere accusati di antisemitismo, pur considerandosi in realtà entrambi filosemiti e forti sostenitori dell’esistenza di Israele. Ora lo stesso Walt pubblica un nuovo saggio contro il coinvolgimento dell’ambasciatore Dennis Ross nella politica medio-orientale del presidente Obama. Ross che, oltre a essere uno dei maggiori esperti del settore, è un ebreo simpatizzante nei confronti di Israele, avrebbe un conflitto di interessi nello svolgere tali delicati incarichi, e per evitare ogni sospetto di “doppia lealtà” farebbe bene a lasciarli ad altri – non ebrei. Walt risuscita vecchie preclusioni nei confronti dell’ebreo cittadino imperfetto, non completamente affidabile, governato da istinti e legami al limite del cospiratorio, insensibile al vero interesse nazionale del paese in cui lavora. Queste gravi allusioni sono ovviamente spropositate per chi conosce il lungo e specchiato servizio di Ross; ma una volta messe in circolo, tendono fatalmente a radicarsi. E allora perché non chiedere allo stesso Walt, appunto perché si è definito filosemita sostenitore di Israele, di applicare a se stesso gli stessi parametri? Ossia, per evitare ogni sospetto di “doppia lealtà”, il compito di criticare Israele farebbe bene a lasciarlo ad altri – non ebrei.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme