Qui Roma – Un albero di ulivo all’Ospedale israelitico
“La messa a dimora di un ulivo del Keren Kayemet Leisrael, ulivo che peraltro sembra avere un’età abbastanza simile a quella dell’Ospedale, è un onore e un’occasione di gioia”, così Bruno Piperno, presidente del consiglio di amministrazione dell’Ospedale israelitico di Roma, ha voluto dare un ideale benvenuto all’albero di ulivo di oltre cento anni, simbolo di prosperità e di pace, che da questa mattina presiede l’entrata principale dell’Ospedale. La cerimonia che ha sancito un rapporto di amicizia fra il Keren Kayemet Leisrael, promotore dell’iniziativa, e l’Ospedale si è svolta alla presenza del presidente della Comunità Ebraica della Capitale, Riccardo Pacifici, del presidente del KKL Italia Raffaele Sassun e del ministro della Salute Ferruccio Fazio.
“Dal frutto dell’ulivo si ricava l’olio che doveva essere puro per illuminare Gerusalemme, la via della pace in tutto il mondo”, ha proseguito Piperno, che poco prima aveva tracciato in brevi linee le principali tappe della storia dell’Ospedale, dalle Compagnie che già agli inizi del 1600 somministravano medicinali e cibo ai malati poveri e assistenza sanitaria domiciliare attraverso i propri medici, alla prima sede dell’Ospedale sull’Isola Tiberina a opera di Angelo Tagliacozzo nel 1880, fino a oggi che l’Ospedale si è esteso in tre sedi, una sede centrale in via Fulda e due poliambulatori distaccati situati all’Isola Tiberina e nel quartiere Marconi fornendo all’utenza oltre un milione di visite ambulatoriali e circa dodicimila fra ricoveri annui e interventi Day hospital.
“Questa messa a dimora è soprattutto un’occasione per confermare la nostra adesione ad alcuni valori importanti – ha concluso Piperno – l’amore per lo Stato di Israele, la nostra vicinanza agli ideali di rinascita e di progresso dell’umanità, la possibilità di apprezzare l’opera dell’uomo quando questa è indirizzata al bene comune e l’idea fondamentale che sono soprattutto le buone azioni e il bene che facciamo al nostro prossimo a dare significato alla nostra esistenza”.
“Ci fa piacere essere considerati amici di un’istituzione così apprezzata e di così alto livello”, ha detto il presidente del Kkl Italia, Raffaele Sassun, che intervenuto subito dopo ha sottolineato: “E’ particolarmente importante che il suggello a questo patto di amicizia sia stato posto dal ministro della salute italiano”, a cui in precedenza era stato dedicato in Israele un altro albero di ulivo.
“I rapporti fra Italia e Israele sono i migliori di sempre”, ha proseguito Sassun, che facendo propria una frase del Premio Nobel Simone Weil ha concluso: “Avere radici è il più importante bisogno umano”.
“Stiamo rivedendo gli accreditamenti all’interno del Patto per la salute”, ha ricordato subito dopo il ministro Fazio cui è stata consegnata una targa da parte del presidente del KKL, “ma per avere questi accreditamenti – ha aggiunto il ministro – bisognerà dare delle funzioni e dei servizi superiori, come quello dell’umanizzazione dei pazienti e della verifica e del controllo di qualità di quello che è il ‘costumer satisfaction'”. “Anche per me l’ulivo ha un significato particolare – ha poi concluso il ministro – è un simbolo di prosperità, vita e pace”.
Al termine della cerimonia sono state scoperte due targhe, una del Keren Kayemet e un’altra in memoria del ragionier Angelo Piperno, presidente della “grande trasformazione” dell’Ospedale da struttura di piccole dimensioni alla struttura attuale che consente una piena operatività.
Lucilla Efrati