…Nazioni Unite

L’Organizzazione delle Nazioni Unite viene spesso percepita come un luogo dove una maggioranza pre-stabilita di paesi non democratici approva regolarmente sbilanciate e offensive mozioni contro Israele. Da ciò in Israele è nato un senso di disagio nei confronti dell’ONU e della sua capacità di guidare iniziative equilibrate e promotrici della pace in Medio Oriente. Ma questa settimana è avvenuto un fatto davvero insolito. La delegazione israeliana, guidata dall’ambasciatrice Gabriella Shalev e dall’ambasciatore Dani Carmon, è stata eletta alla presidenza della quarantatreesima Sessione della Commissione dell’ONU per la Popolazione e lo Sviluppo. La riunione tratta quest’anno dei problemi della sanità e dello sforzo per diminuire la mortalità e assicurare condizioni di vita più confortevoli ed egualitarie alla popolazione del globo terrestre. A parte il seggio vuoto del delegato iraniano che, secondo l’ordine alfabetico, figurava accanto al delegato israeliano, questa è una rara occasione in cui si è parlato dei problemi del mondo contemporaneo seriamente e senza pagare un eccessivo pedaggio agli slogan fissi della polemica politica. Israele si è presentata con buone credenziali con la sua comprovata capacità nella promozione sanitaria di popolazioni locali o immigrate caratterizzate da condizioni socioeconomiche e culturali difficili. In questi giorni all’ONU, lo stato israeliano ha potuto essere apprezzato, per una volta, anche da molti paesi che solitamente lo criticano.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme