Qui Ferrara – Gattegna: Una città per la cultura

Sono lieto di partecipare all’inaugurazione della Festa del libro ebraico, che vede unite in un comune impegno le Istituzioni italiane e le Istituzioni ebraiche. Quest’importante evento non è fine a se stesso ma rappresenta il preludio e la preparazione di un altro impegno, ben più duraturo e complesso: la creazione del Museo nazionale dell’Ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, destinato a diventare l’unica, la più estesa e completa narrazione, esposizione e illustrazione della lunga storia dell’ebraismo in Italia che rappresenta un importante capitolo della storia del nostro Paese.
I fattori che rendono veramente speciale la presenza ebraica in Italia sono molteplici. Innanzi tutto la sua antichità poiché la sua origine risale a 2 mila 200 anni fa, al periodo della Roma repubblicana, oltre due secoli e mezzo prima di quel fatale anno 70 che vide la distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte dell’imperatore Tito e l’inizio della diaspora, la dispersione degli ebrei nel bacino del Mediterraneo e nei tre continenti.
Un ulteriore elemento distintivo sono la stabilità e la continuità di questa presenza. La comunità ebraica è rimasta ed è sopravvissuta in questo Paese nonostante l’alternarsi di periodi di pacifica convivenza e periodi drammatici di discriminazione e persecuzione. La sola vera massiccia emigrazione senza ritorno è stata infatti quella avvenuta intorno al Cinquecento, allorché la dominazione spagnola, applicando le leggi dell’Inquisizione, espulse, costrinse alla conversione e distrusse le numerose Comunità presenti nel Meridione d’Italia che da allora non si sono mai più ricostituite. Fu una grande tragedia per gli ebrei e una grave perdita civile, sociale e culturale per intere regioni quali la Puglia, la Campania, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia.
L’altro elemento da ricordare sono l’integrazione e il contributo della cultura ebraica a quella italiana. Basti pensare che per secoli l’ebraismo è stata l’unica religione monoteistica in una società totalmente pagana e che i primi cristiani, quando iniziarono ad arrivare in Italia, adottarono come luoghi di culto e cimiteri le stesse catacombe ebraiche, com’è facile vedere ancora oggi visitando gli scavi fatti a Roma a Villa Torlonia.
Da queste brevi e sommarie riflessioni si può dunque intuire quale sia l’importanza dell’edificando Museo dell’Ebraismo italiano e della Shoah, che non sarà solo un ricordo del passato ma costituirà un centro vivo di studio, ricerca e divulgazione. Voglio ringraziare quindi, oltre alle autorità, tutta la popolazione di Ferrara che sta vivendo con curiosità e partecipazione la realizzazione di quest’impresa ambiziosa e coraggiosa, come detto unica, che arricchirà e farà onore a questa città in cui gli ebrei hanno vissuto lunghi periodi di fioritura e splendore culturale e civile.

Renzo Gattegna, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane