…rivolte

Sessantasette anni fa, il 19 aprile del 1943, vigilia di Pesah, i nazisti entrarono nel ghetto di Varsavia per deportare gli ebrei, circa sessantamila, che vi erano rimasti dopo le grandi deportazioni del 1942, quando oltre trecentomila ebrei erano stati deportati, per esservi subito assassinati, nel campo di sterminio di Treblinka. Iniziava la rivolta del ghetto, con le scarsissime armi fornite dalla Resistenza polacca e impugnate da un pugno di ragazzi, poco più di duecento. Il 16 maggio, il rogo della Sinagoga segnava la fine della rivolta, non restava più nulla del ghetto e dei suoi ebrei. Pochissimi i sopravvissuti, e fra loro Marek Edelman, fra i comandanti della rivolta, spentosi nell’ottobre 2009 in Polonia, straordinario narratore della vita del ghetto e della sua morte. Ma questo episodio di resistenza ebraica non fu l’unico: gruppi armati di resistenza agirono in sette dei grandi ghetti polacchi e in moltissimi di quelli minori. Rivolte armate furono tentate anche nei campi di sterminio: a Birkenau, a Chelmno, a Treblinka e a Sobibor. In questi ultimi campi, la rivolta riuscì a inceppare e a fermare la macchina della morte. Nulla è più lontano dal vero dell’immagine, tanto diffusa, degli ebrei portati come pecore al macello.

Anna Foa, storica