Qui Ferrara – Gli ebrei negli anni del Fascismo

La sala Estense del Comune di Ferrara ha ospitato il primo incontro in programma della seconda giornata della Festa del Libro ebraico in Italia che si svolge in questi giorni a Ferrara. “Gli ebrei negli anni del Fascismo” il tema sul quale si sono confrontati Annalisa Capristo del Centro studi americani, Giorgio Sacerdoti professore di Diritto alla Università Bocconi di Milano e presidente del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) e Elisa Signori storica dell’Università di Pavia coordinati da Michele Sarfatti direttore del CDEC.
Parte da due punti di domanda la riflessione dei quattro esperti. Chi erano, che ruolo avevano, che cosa facevano gli ebrei nella società italiana negli anni 1920-30? Che percezione ebbero gli ebrei italiani delle prime leggi antiebraiche?
Secondo Annalisa Capristo per quanto riguarda la percezione da parte ebraica il problema non è univoco perché la Comunità ebraica presentava tutte le sfaccettature interne il solo fatto che vi fossero ebrei che aderirono al partito fascista e altri che non lo fecero crea una differenza di base sulla percezione che essi ebbero delle primi provvedimenti antiebraici. La campagna diffamatoria contro gli ebrei fatta attraverso la stampa, ad esempio, non poteva passare inosservata. L’allarme fu diffuso l’interpretazione e la reazione fu diversa però: alcuni la considerarono una conseguenza della politica estera di Mussolini altri invece avvertirono il pericolo e reagirono attraverso articoli e lettere ai giornali. Mussolini diceva che gli attacchi giornalistici non dipendevano da lui ma di fatto gli articoli che denigravano gli ebrei continuavano ad essere pubblicati senza che il regine prendesse una posizione contraria.
La situazione cambia bruscamente con l’emanazione delle leggi razziste del 1938, secondo Elisa Signori le leggi del ’38 funzionano come un tourning point perché non servono solo ad annichilire ma anche a privare l’università italiana di un gran numero di menti di rilievo, “una volta che questi docenti sono cacciati si apre però una storia di importanti carriere all’estero per quelli che riescono a fuggire”. Alcuni degli scienziati ed intellettuali ebrei, infatti, colpiti dal provvedimento legislativo del 5 settembre emigrano negli Stati Uniti. Tra loro ricordiamo: Emilio Segrè, Achille Viterbi (padre di Andrea Viterbi), Enrico Fermi (che aveva sposato un’ebrea), Arnaldo Momigliano, Bruno Pontecorvo, Bruno Rossi, Ugo Lombroso.
Chi decide di rimanere in Italia è costretto ad abbandonare la cattedra. Tra questi: Tullio Ascarelli, Walter Bigiavi, Mario Camis, Federico Cammeo, Alessandro Della Seta, Donato Donati, Mario Donati, Marco Fanno, Gino Fano, Federigo Enriques, Carlo Foà, Giuseppe Levi, Benvenuto Terracini, Tullio Levi-Civita, Rodolfo Mondolfo, Adolfo Ravà, Attilio Momigliano, Gino Luzzatto, Donato Ottolenghi, Tullio Terni e Mario Fubini.
Non si deve però dimenticare che i provvedimenti razzisti coinvolgono tutto un mondo, quello degli studenti ebrei per esempio (2000 circa), ai quali la legislazione impedì di iscriversi all’Università oppure, se prossimi alla laurea, a concludere gli studi nel minor tempo possibile a patto che non fossero fuori corso.
“E’ successo di tutto di più nella Scuola” conferma Michele Sarfatti “basti pensare che i provvedimenti sulla razza oltre a vietare tutta una parte di letteratura ebraica vieta di attaccare le carte geografiche al muro se sono di autore ebreo. La casa editrice Treves che non può più stare sul mercato e cambia il nome in Garzanti”.
A gettare uno sguardo sull’ebraismo italiano negli anni che seguono la Guerra è Giorgio Sacerdoti, si pensi ad esempio alle difficoltà incontrate dai docenti ebrei nel ‘recuperare’ le proprie cattedre. Secondo il Professore la storia e la storiografia si occupano della ‘vicenda’ ebraica molto in ritardo, la prima pubblicazione sulla Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, di De Felice risale al 1961, vi è stato un lungo silenzio sul ruolo che ha avuto la cultura ebraica nella società italiana, ruolo che invece gli ebrei italiani hanno giocato da protagonisti costituendo parte integrante dell’ossatura di questa società.

Lucilla Efrati