Qui Roma – Il Brain Forum, le nuove frontiere della ricerca sul cervello
“Ho ideato il Brain Forum perché, dal contatto frequente con neuroscienziati , mi sono convinta che i prossimi vent’anni saranno gli anni del cervello, come i passati sono stati i vent’anni del benessere fisico e dell’estetica del corpo”. Un vero e proprio auspicio che possa esserci un cambio di marcia nella ricerca ma soprattutto nello studio di soluzioni alle malattie degenerative che colpiscono il cervello, sempre più diffuse al nostro tempo. L’idea alla base del convegno è ben sintetizzata nelle parole della giornalista e organizzatrice dell’evento Viviana Kasam che ha aperto al Tempio di Adriano il convegno internazionale “The Brain Revolution: le nuove frontiere della ricerca sul cervello” tenutosi in occasione dei centouno anni del Premio Nobel e senatore a vita Rita Levi Montalcini, i cui saluti hanno aperto l’iniziativa.
Il convegno è stato organizzato dalla Hebrew University di Gerusalemme attraverso Brain Circle Italia, dalla Camera di Commercio di Roma e dalla Fondazione EBRI, il centro Europeo per la ricerca sul cervello nato per iniziativa della Montalcini. Specificità dell’incontro è stata quella di rivolgersi a un pubblico scientifico cercando però di farlo in un linguaggio comprensibile a un pubblico più vasto, di qui anche la scelta di proporre la diretta in streaming del convegno sul sito www.brain forum.it
Nel corso della mattinata si sono alternati al microfono professori e ricercatori provenienti da ogni angolo del pianeta mostrando una varietà di ricerche sorprendenti e affascinanti per i non addetti ai lavori. Ha aperto il convegno il dottor Martin Monti della Cambridge University mostrando lo sviluppo dei suoi studi sullo stato vegetativo, una delle patologie più misteriose del cervello, mostrando la complessità nello stabilire quando un paziente sia o meno cosciente. È seguito l’intervento del professor Dan Segev della Hebrew University che coordina il Blu Brain Project, ovvero il tentativo di realizzare una mappatura computerizzata del cervello umano che consentirà una conoscenza approfondita sulle relazioni fra le reti neuronali.
Il professor Kawato di Kyoto ha invece mostrato le possibilità e i limiti dei robot umanoidi e le interazioni fra computer e cervello soprattutto per ciò che concerne la possibilità di fornire comandi attraverso meccanismi digitali.
Infine dopo l’intervento della professoressa Melene Marie del centro Ebri che ha mostrato il meccanismo di funzionamento della memoria ,la professoressa Hermona Soreq della Hebrew University ha mostrato come si realizza attraverso un micro gene di nuova scoperta, l’interazione fra il cervello e gli altri organi del corpo e come gli stress traumatici possano portare a specifiche patologie. In chiusura il professor Pietro Calissano dell’EBRI ha chiarito le ultime frontiere della ricerca sull’ Alzhaimer e in particolar modo del ruolo del Nerve Growth Factor(NGF), la molecola la cui scoperta valse il Nobel alla Montalcini, nella crescita delle fibre nervose e la sopravvivenza delle stesse cellule dalle quali provengono. Il Prof Calissano ha presentato i risultati della tavola rotonda che si svolgeva in contemporanea al convegno evidenziando la possibilità di impiegare il NGF per la cura di molteplici malattie nervose e malattie mentali.
Nella tavola rotonda Moses Chao, professore presso il dipartimento di biologia cellulare, fisiologia e neuroscienze della School of Medicine della New York University, è stato il primo a prendere la parola catturando l’attenzione dei presenti proprio sulla plasticità celebrale ed illustrando i suoi studi sul NGF e sul BDNF i quali aprono nuove prospettive sulla cura delle malattie neurodegenerative.
Ha fatto poi seguito l’intervento del prof. Antonino Cattaneo, docente di neurobiologia presso la scuola normale di Pisa e direttore del laboratorio per le malattie neurodegenerative dell’EBRI di Roma il quale ha guidato molteplici ricerche sulle proprietà fisico chimiche del NGF ed ha mostrato la messa a punto di un modello animale di Alzheimer che si instaura quando dal cervello viene rimosso il NGF.
Il professor Federico Cozzolino, ordinario di scienze tecniche di medicina di laboratorio ha invece recentemente sviluppato una sostanza che simula l’azione del NGF e che è quindi utilizzabile in molte delle patologie che si scaturiscono proprio dalla mancanza di questa neurotrofina.
Ha poi chiuso il dibattito il professor William Mobley, Università della California – San Diego – i cui studi e ricerche sono volte in particolare alla neurologia infantile. Mobley è uno tra i primi scienziati ad aver studiato i meccanismi tramite i quali le fibre nervose trasportano sostanze trofiche e nutritizie dalle cellule nervose all’organismo e da queste al cervello. Nel suo intervento ha parlato proprio di questo sistema di trasporto e degli “ingorghi di traffico” che possono in esso generarsi provocando gravi danni celebrali.
Nella sessione pomeridiana Il professor Hagai Bergman, dopo aver fatto un veloce excursus storico sulla cura del morbo di Parkinson ha illustrato l’applicazione e i limiti della DBS (deep Brain stimulation) per curare non solo il Parkinson, ma anche la depressione, la schizofrenia e le malattie degenerative legate al sistema della dopamina. Mentre praticamente al termine del convegno il Prof Elio Scarpini ha illustrato le nuove frontiere della ricerca di una cura sull’Alzhaimer, aprendo alla possibilità di sperimentare un vaccino in Italia.
Daniele Ascarelli e Valentina Della Seta