Pesach Shenì…

Oggi è il 14 di Iyar, Pesach shenì, ricorrenza istituita per permettere a coloro che non potevano presentare il 14 di Nissan il Korban Pesach (sacrificio di Pesach), a causa di una sopraggiunta impurità o di legittimo impedimento, di farlo il mese successivo. Secondo i maestri, la ‘Avodat Hashem, il culto al Signore, rappresenta l’essenza del mese di Iyar. Infatti, la Torà sottolinea che sono le stesse persone, impossibilitate a presentare il Korban Pesach al tempo stabilito, che chiedono a Mosè di avere un’ulteriore possibilità per poter adempiere alla mitzwà: “perché dovremmo essere da meno degli altri e non offrire il sacrificio di Pesach in mezzo ai figli d’Israele, nel tempo stabilito?” (Numeri 9:7). Per il fatto che quegli uomini abbiano voluto fortemente mettere in pratica la mitzwà del Korban Pesach, il Signore ha stabilito l’istituzione di Pesach Shenì trasferendo così il valore della Gheullà – redenzione anche nel mese di Iyar. L’istituzione del primo Pesach rappresenta la Gheullà che è stata promossa le’ela – dall’alto; l’istituzione del secondo Pesach rappresenta invece la Gheullà richiesta letatà – dal basso. Pesach Shenì ci insegna che in noi c’è una possibile forte volontà di eseguire le mitzwoth, a dimostrazione del fatto che Israele ha saputo introiettare dentro di se il senso della Gheullà e che la ricerca costantemente. Auguriamoci che per il merito di coloro che hanno permesso l’istituzione di questa festa, in tutte le nostre Comunità si possa sviluppare nuovamente, come allora, la stessa capacità di voler fortemente osservare le mitwoth – in quanto “sono la nostra vita e la lunghezza dei nostri giorni” – anche quando potrebbe sembrare di avere il “privilegio” dell’esenzione…

Adolfo Locci, rabbino capo di Padova