Qui Milano – La ricerca dello zio Coso

Tanta emozione per il debutto dello spettacolo “Alla ricerca dello zio Coso” in scena al Teatro Ringhiera fino al 29 aprile. L’emozione di Alessandro Schwed, autore del romanzo “Lo zio coso” da cui la piéce è tratta, l’emozione del regista Alessandro Marinuzzi, che aspettava di vedere l’effetto del suo progetto davanti al pubblico in sala, quella degli attori e degli spettatori. Tra i giochi di luce dei riflettori, va in scena il viaggio surreale del protagonista, in treno verso l’Ungheria per incontrare l’ultimo membro rimasto in vita della famiglia paterna sterminata ad Auschwitz. Uno zio di cui il ragazzo, dopo aver ricevuto un colpo in testa, dimentica il nome, lo zio Coso appunto. È proprio in quello scompartimento che incontra il dottor Oscar, presunto veterinario austriaco giunto fin là per inculcargli le sue verità: la seconda guerra mondiale non è mai avvenuta, né si sono verificate tutte le conseguenze del conflitto, in un crescendo di falsificazioni grottesche che porteranno il protagonista a convincersi persino di non esistere.
Il pubblico dimostra di apprezzare uno spettacolo che, come il romanzo a cui si ispira, fornisce momenti comici che hanno però l’effetto di evidenziare ulteriormente il senso di tragedia dell’opera. Gli stereotipi antisemiti e negazionisti vengono spinti al massimo dell’assurdità, eppure il gioco di finzione e realtà non consente di sollevarsi dall’angoscia del pensiero che quel che accadde venga davvero negato.
Alla fine è commosso Alessandro Schwed, in prima fila ad applaudire gli interpreti Paolo Fagiolo e Marcela Serli che, con una performance molto intensa, hanno dato vita ai suoi personaggi. “Questa storia per me è incredibilmente coinvolgente – ha commentato – l’ho scritta, ma è come se non l’avessi fatto veramente io, come se fosse stata nell’aria solo in attesa di essere fissata su carta. È un mondo da cui, una volta entrati, non si può più uscire”. Il regista Alessandro Marinuzzi ha invece espresso alcune riserve “Ci sono punti su cui devo ancora lavorare, e anche gli attori erano molto tesi, d’altronde abbiamo provato in condizioni difficili”.
Gli spettatori hanno comunque gradito molto, regalando applausi calorosi e commenti positivi.

Rossella Tercatin