Moked – Gattegna: “Marrani, in difesa della vita un lacerante compromesso”
Progetti di dialogo e di partecipazione, impegno per la cultura, investimenti sui giovani. Al Moked primaverile che chiude stamani i battenti e cui hanno partecipato centinaia ospiti di tutte le generazioni, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha sottolineato la forte attualità del tema del marranesimo, che ha contrassegnato quest’edizione della convention annuale. “Per difendere le loro vite – ha detto – i marrani hanno dovuto accettare un grande compromesso, in una difesa passiva e lacerante della loro identità. Questa situazione non è qualcosa di isolato ma costituisce una parte integrante della storia ebraica”. La condizione marrana, spiega il presidente Gattegna, ai tempi dell’Inquisizione è stata legalizzata e pianificata.
“Ma il fenomeno di rivendicare il proprio ebraismo in maniera molto aperta è un fenomeno del tutto recente. Fino alla Shoah si riteneva infatti fosse pericoloso o comunque nocivo dichiararsi ebrei. Ma da quel drammatico spartiacque della nostra storia è nata una reazione che ha visto quali tappe centrali la rivolta del ghetto del Varsavia e la costituzione della Brigata ebraica, primo nucleo attorno cui si costituirà l’esercito dello Stato d’Israele”.
Proprio ai caduti della Brigata ebraica, che tanta parte hanno avuto nella liberazione dell’Italia centrale, è stata dedicata una cerimonia nel Cimitero di guerra alleato di Piangipane, a Ravenna, nel sessantiacinquesimo anniversario della battaglia del Senio. La toccante commemorazione ha visto la partecipazione di Renzo Gattegna, dell’addetto per la Difesa all’Ambasciata d’Israele Shlomo Cohen, del rabbino capo di Ferrara Luciano Caro, dell’assessore al Comune di Ravenna Matteo Casadio e di una delegazione del Moked assieme alle associazioni degli ex combattenti rappresentate da Filippo Arnetoli. “In quegli anni – ha detto Gattegna – le sorti del mondo erano veramente in pericolo e in questa terra si svolsero battaglie sanguinose. Siamo venuti qui per dedicare una preghiera per i caduti della Brigata ebraica, una preghiera che dedichiamo però a tutti quei giovani che sono caduti per consentire a noi di vivere in libertà”.
“Chi vuole minacciare la pace nel mondo, deve sapere che Paesi liberi come l’Italia e Israele non glielo permetteranno”, ha sottolineato Cohen mentre il rav Caro si è soffermato sul ruolo dei soldati che combatterono nella Brigata ebraica.
“Come i Maccabei e come i combattenti del ghetto di Varsavia, insieme a centinaia di migliaia di altri giovani hanno dato un fondamentale contributo alla democrazia, che per quanto sia un meccanismo imperfetto, garantisce l’umanità dalla barbarie dei totalitarismi.”
Quanto alle attività del Moked, anche quest’anno una particolare attenzione è stata riservata ai ragazzi.
Preannunciato da mesi su Facebook Emmeme 5770, l’evento dedicato ai giovani tra i 12 e i 18 anni, ha catturato subito attenzione e grandi entusiasmi. “Uno Shabbat e tre intere giornate – spiega Claudia De Benedetti, vicepresidente UCEI e assessore ai giovani – sono state dedicate alla costruzione di un solido gruppo, pronto ad accogliere gli stimoli e le sfide proposte da giovani madrichim formati dall’Ufficio giovani nazionale sotto la direzione di rav Roberto Della Rocca, Alan Naccache e Natasha Rubin”.
La giornata del venerdì è trascorsa, come vuole la tradizione, al parco divertimenti di Mirabilandia.
Poi l’appuntamento con lo Shabbat, con l’accensione dei lumi nel salone e la tefillah, in cui è stato donato a tutti i partecipanti un siddur realizzato per l’occasione: colorato ed accattivante. Divertenti e disincantati e i giochi del venerdì sera: dal ritorno ai passatempi della prima infanzia alla realizzazione di scenette e prese in giro. E poi gran serata in discoteca, il sabato sera.
“Durante la giornata conclusiva – dice Claudia De Benedetti – le attività si sono concentrate su aspetti meno noti dell’identità ebraica e con l’ausilio e il contributo di esperti e rabbanim si sono approfonditi testi e situazioni che coinvolgono direttamente i giovani ebrei dall’antisemitismo, all’antisionismo, a Ghilad Shalit. Un’esperienza più che riuscita per cui gli organizzatori meritano senz’altro un ottimo voto”.
(nelle immagini alcuni momenti della convention ebraica di primavera, la celebrazione al cimitero di Piangipane con il presidente Ucei Gattegna, il rav Luciano Caro e il consigliere d’ambasciata Shlomo Cohen, il rav Roberto Della Rocca assieme alla professoressa Silvia Godelli e, infine, alcuni giovanissimi partecipanti alle attività giovanili)
Marco Di Porto e Daniela Gross